Custonaci un tesoro di borgo - Custonaci... Benvenuti in un viaggio unico tra natura, arte, storia, devozione e enogastronomia.

Custonaci 2026 un tesoro di borgo e non solo

Custonaci... Benvenuti in un viaggio unico, la Città magica

 

CUSTONACI UN TESORO DI BORGO

 

Custonaci... Benvenuti in un viaggio unico tra natura, arte, storia, devozione e enogastronomia.

Esplorate il borgo di Custonaci e vivetene la meraviglia e la sua Cornino il paradiso marino di Custonaci

Cornino, l'incantevole borgo marinaro di Custonaci, vanta una baia dalla sabbia dorata, meta estiva di numerosi bagnanti.

Questo paradiso marino offre opportunità per sport nautici, escursioni in barca e la pesca nei suoi fondali ricchi.

Cornino d'estate si anima con eventi sportivi, tornei sportivi e escursioni.

Scopri Custonaci: un’eleganza eterna, Custonaci, in Sicilia, ti accoglie con panorami senza tempo: il possente Monte Erice a sud e il suggestivo Monte Cofano a nord, dominano la baia di Cornino.
Il nostro santuario e le cave di marmo si ergono con maestosità.
Il tramonto regala colori magici al paesaggio, con rocce, vegetazione, ulivi e viti che si fondono in un quadro indimenticabile.

 

Storia, natura, e archeologia si intrecciano - Vivi l’essenza di Custonaci


Tra radici elime, influenze fenicie e un tocco arabo, la città racconta la sua storia.

La natura offre dipinti con la Riserva Naturale di Monte Cofano e il Monte Sparagio, regalando paesaggi spettacolari.

La Riserva di Monte Cofano è un autentico scrigno di tesori, una delle più affascinanti attrazioni naturali del territorio. Circondata dal silenzio e abbracciata da una rigogliosa flora si distingue per la presenza di enormi rocce che si estendono fino al mare.
Nella campagna sorgono i “bagli”, antiche strutture rurali, fortificate e con una corte interna.

Custonaci vanta un ricco patrimonio storico e culturale, dalle grotte preistoriche alle stele con figure antropomorfe.
Le numerose grotte preistoriche svelano segreti millenari.
Tra queste, la più famosa è la Grotta Mangiapane che accoglieva, un tempo, una famiglia che, nei primi dell’Ottocento, ha trasformato questo spazio in un piccolo villaggio che oggi diventa il palcoscenico di tradizioni tramandate, ospitando il Museo e il Presepe Vivente.


A Custonaci, emergono misteri archeologici, da ammirare il più antico granaio islamico, un sito archeologico di grande valore.

Ed ancora due imponenti monoliti che segnano il fluire del tempo in sintonia con l'allineamento solare: la Porta del Sole e il Cavallo del Sole.

Custonaci è una sorta di Stonehenge siciliana ancora tutta da valorizzare

 

Arte e monumenti, Custonaci, una terra mariana

Nel cuore del borgo, l'arte prende vita attraverso la Madonna di Custonaci, una delicata immagine
su tavola del 1521.

Incorniciata da angeli e vasi baccellati ricchi di spighe, la Madonna in trono con il Bambino è il fulcro del culto.

L'abside del Santuario di Custonaci si presenta imponente, con una tribuna marmorea barocca ornata da una Immacolata in marmo di scuola gaginesca e quattro statue in legno dello scultore Pietro Cannamela.

Affreschi di Domenico La Bruna, tele di Giuseppe Felici e la decorazione pittorica di Carlo Righetto arricchiscono il santuario.
Nel Parco Cerriolo, un'esperienza di fede unica si rivela attraverso una Via Crucis con stazioni marmoree.


Il Santuario Mariano di Custonaci, risalente alla metà del Cinquecento, simbolo di antico culto e luogo di pellegrinaggio, presenta una facciata con archi ogivali.

Il Museo “Arte e Fede”, custodisce una preziosa edicola lignea del XV secolo con la Madonna di Custonaci, stendardi processionali, sculture, dipinti e altro ancora.

La cassa in legno, impiegata nei famosi “trasporti” del Quadro della Madonna di Custonaci verso Erice, è un elemento distintivo di questa tradizione.
Il legame eterno tra Custonaci e la Madonna si celebra ogni anno con il suggestivo “Sbarco”.

La tradizione narra che la Madonna giunse dal mare su una nave veneziana o francese, salvandosi da un naufragio, approdando a Cala Bukutu.

Durante i festeggiamenti d'agosto, un veliero arriva nella baia illuminata dai fuochi pirotecnici, sbarcando una copia del Quadro, fedeli con fiaccole accompagnano in processione l'immagine fino al Santuario, rievocando con devozione questo antico evento.

La presenza della Madonna di Custonaci permea il territorio, dalla statua “Regina Pacis” nel Parco Cerriolo, alla “Stella Maris” posizionata a 13 di profondità nelle acque antistanti la Riserva Naturale di Monte Cofano.
Custonaci è una Civitas Mariae, un luogo intriso di una devozione mariana ultrasecolare.

 

Tradizione e sapori, Gusta l'autenticità di Custonaci

Nella cucina locale, spicca il cous cous, regno di spigole, saraghi e tonno, gamberi rossi declinati in arrosti
succulenti, ghiotte preparazioni e frittura perfetta.
Tra le prelibatezze, il “pane cunzato” e le carni di tanti generi pregiati e locali sono vere e proprie stelle gastronomiche che raccontano la passione di questa meravigliosa terra.
La cucina contadina si fa ammirare con le cassatelle di ricotta in brodo, capretto e agnello arrostiti con profumi di alloro e rosmarino.

I dolci, come le “spince”, le cassatelle di ricotta e la pignolata, deliziano il palato.

Un’esperienza culinaria tra mare e campagna, accompagnata da un buon olio e da un ottimo vino locale.

 

 Economia e produzioni tipiche - Custonaci e il suo cuore economico

I preggiati marmi di Custonaci rivestono un'importanza rilevante dal punto di vista geologico ed economico. Utilizzati da secoli per adornare opere monumentali come la Reggia di Caserta e la Basilica di San Pietro a Roma, sono diventati famosi nel panorama mondiale.

Il “Museo del Marmo e delle Grotte” raccoglie fotografie e attrezzature di lavoro utilizzate nelle cave di marmo di Custonaci negli anni '50.

L'agricoltura e la zootecnia insieme al settore turistico con hotel, B&B e strutture di ospitalità e servizi turistici, conferiscono forza e vitalità all'economia di Custonaci.

 

LE 10 COSE CONSIGLIATE DA TDS DA VEDERE ASSOLUTAMENTE A CUSTONACI 

 

 1- Il Santuario Maria Santissima di Custonaci e il Museo Arte e Fede

Il cuore spirituale della città e uno dei santuari più importanti della Sicilia occidentale
Il Santuario Maria SS. di Custonaci è il simbolo della città ed è uno dei luoghi mariani più venerati dell’intera provincia di Trapani.
Si affaccia sulla piazza principale di Custonaci ed è circondato dalla Villa Comunale, da cui la basilica si presenta in tutta la sua imponenza.

Storia e devozione
Origini antiche
La tradizione racconta che una nave diretta a Levante, durante una tempesta nel Mediterraneo, pregò la Madonna dipinta sull’icona che portava a bordo.
Il mare si calmò, e i marinai — riconoscenti — donarono l’effigie al primo popolo incontrato: Custonaci.
Da qui nasce la profonda devozione dei custonacesi.
Il culto mariano
L’icona è considerata miracolosa e ha protetto per secoli:
i contadini
i pescatori
le famiglie custonacesi
È chiamata “Madonna dei Massari”, perché considerata protettrice del lavoro rurale e della terra.

Architettura del Santuario

La chiesa ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli.
Esterno
facciata scenografica con rosone
scalinata monumentale
campanile laterale
stile gotico-rinascimentale
Interno
navata ampia e luminosa
altare maggiore imponente
cappelle laterali
decorazioni barocche
statue e opere sacre del ’600–’700
La combinazione tra gotico, rinascimentale e barocco lo rende uno dei santuari più eleganti della Sicilia occidentale.

L’icona della Madonna di Custonaci

Il cuore del Santuario è l’antica tavola della Madonna col Bambino, databile tra ’400 e ’500.

Il Quadro della Madonna di Custonaci: storia, devozione e identità del borgo siciliano

Il Quadro della Madonna di Custonaci, custodito all’interno del Santuario dedicato a Maria Santissima di Custonaci, è uno dei simboli religiosi e artistici più importanti della Sicilia occidentale. Si tratta di una tavola dipinta che raffigura la Vergine con il Bambino secondo l’antica iconografia della Virgo Lactans, la Madonna che allatta Gesù, un’immagine dal forte valore umano e spirituale.

Origine e caratteristiche del dipinto

Il quadro è una tavola lignea dipinta a olio, realizzata probabilmente tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. La sua esecuzione è attribuita da molti studiosi all’ambiente artistico legato alla scuola di Antonello da Messina, grazie allo stile raffinato, ai colori morbidi e alla delicatezza dei volti.

Il dipinto misura circa 1,40×0,80 m, è composto da tre assi di legno unite e presenta un ricco manto decorato, riportato alla luce dai restauri moderni. Nella parte superiore due angeli incoronano la Vergine, sottolineandone la regalità e il profondo valore devozionale per tutta la comunità.


La leggenda dello sbarco a Cornino


Secondo la tradizione, molti secoli fa una nave proveniente dal mare aperto fu sorpresa da una violenta tempesta mentre navigava lungo la costa tra Monte Cofano e la zona dove oggi sorge il borgo di Custonaci. L’equipaggio, in preda al terrore, decise di invocare la protezione della Madonna, rivolgendosi a un quadro sacro che portavano a bordo.

La tempesta si placò improvvisamente e il mare tornò calmo. L’imbarcazione riuscì così ad approdare in sicurezza sulla costa, proprio nelle vicinanze dell’attuale baia di Cornino.
Per ringraziare la Madonna del miracolo ricevuto, i marinai decisero di donare il quadro agli abitanti del luogo. Da quel momento l’immagine sacra divenne oggetto di profonda venerazione e venne custodita nella zona collinare, dove successivamente sarebbe sorto il santuario dedicato a Maria Santissima di Custonaci.

Significato per Custonaci

La leggenda dello sbarco è molto più di un racconto: è il simbolo dell’identità religiosa e culturale della città.

- Rappresenta la protezione della Madonna verso i marinai e la gente di mare.
- Spiega l’origine della devozione locale e del culto legato al celebre quadro.
- È alla base della festa patronale di Custonaci, celebrata ogni anno con processioni, pellegrinaggi e manifestazioni tradizionali.

 

Devozione e tradizione

La Madonna di Custonaci è venerata come patrona dell’Agro Ericino, e il quadro è stato solennemente incoronato nel Settecento con autorizzazione pontificia. Ogni anno, nell’ultima settimana di agosto, la città celebra una delle feste mariane più sentite della Sicilia, con processioni, tradizioni antiche e una forte partecipazione popolare.

Per chi visita il territorio, una tappa al Santuario e al quadro è un momento prezioso per scoprire la storia, la fede e la cultura locale.

 

Festa della Madonna di Custonaci: tradizione, devozione e identità della Sicilia occidentale

La Festa della Madonna di Custonaci è uno degli eventi religiosi e popolari più importanti della Sicilia. Ogni anno, durante l’ultima settimana di agosto, il borgo di Custonaci si anima con celebrazioni, rievocazioni storiche, processioni e momenti di grande partecipazione collettiva. Per chi visita la provincia di Trapani, questa festa rappresenta un’occasione unica per scoprire cultura, fede e tradizioni locali.


Quando si svolge la Festa della Madonna di Custonaci

La festa ha luogo nell’ultima settimana di agosto e si sviluppa nell’arco di più giorni. Il periodo clou degli eventi va generalmente dalla domenica fino al mercoledì conclusivo, con celebrazioni religiose, spettacoli folkloristici e appuntamenti molto attesi sia dai devoti che dai turisti.

I momenti più importanti della festa

La Festa della Madonna di Custonaci è ricca di eventi suggestivi che uniscono il sacro e il popolare.

Domenica – Apertura dei festeggiamenti

Sfilate folkloristiche, carrozze siciliane, gruppi musicali e celebrazioni solenni aprono ufficialmente la settimana dedicata alla Madonna di Custonaci.

Lunedì – La rievocazione dello sbarco a Cornino

È il momento più emozionante della festa.
La tradizione narra che il quadro della Madonna arrivò dal mare durante una tempesta. Questo episodio viene rievocato con una suggestiva rappresentazione nella baia di Cornino, dove un’imbarcazione porta simbolicamente l’immagine sacra fino a riva, accompagnata da canti, fiaccole e fuochi d’artificio.
Un evento unico e spettacolare che attira visitatori da tutta la Sicilia.

Martedì – Folklore e celebrazioni

La giornata è dedicata ai vespri solenni, alle sfilate di carri allegorici ispirati alla vita della Madonna e agli spettacoli musicali che animano il centro storico.

Mercoledì – La grande processione

La processione della Madonna di Custonaci attraversa le vie del borgo accompagnata da fedeli, confraternite e visitatori. È il momento più intenso dal punto di vista religioso, concludendo simbolicamente i festeggiamenti con grande partecipazione popolare.È uno degli eventi religiosi più importanti del territorio.

 

Museo Arte e Fede del Santuario di Custonaci: storia, tradizione e devozione

Il Museo Arte e Fede, situato all’interno del Santuario Mariano di Custonaci, rappresenta uno dei luoghi più significativi della tradizione religiosa siciliana. Nato nel 2005 grazie all’impegno del Comitato dei Festeggiamenti e dei parroci del Santuario, il museo custodisce secoli di storia, arte sacra e testimonianze della profonda devozione verso la Madonna di Custonaci.

Origini e valore storico del museo

Il Santuario di Custonaci, le cui radici risalgono al XVI secolo, è da sempre il cuore spirituale del borgo. Al suo interno il Museo Arte e Fede raccoglie opere, documenti e manufatti che raccontano l’evoluzione del culto mariano e il ruolo centrale che la Madonna di Custonaci ha avuto nella comunità locale.

Cosa custodisce il Museo Arte e Fede


Il percorso espositivo è suddiviso in diverse sezioni, ognuna dedicata a un aspetto della tradizione religiosa di Custonaci:
- Iconografia della Vergine: dipinti, tavole e raffigurazioni storiche della Madonna di Custonaci, tra cui un antico bassorilievo ligneo del XVI secolo.
- Ex voto e testimonianze della fede popolare: oggetti donati dai devoti come segno di ringraziamento per grazie ricevute.
- La Vara della Madonna: la grande cassa lignea processionale del 1831, riccamente decorata e utilizzata per il trasporto del quadro sacro durante le tradizionali processioni verso Erice.
- Oggetti storici e opere sacre: sculture, stendardi processionali, orologi antichi e frammenti di arte liturgica legata alla vita del Santuario.

Ogni elemento custodito nel museo racconta un legame profondo tra la comunità e il culto della Madonna, mostrando come fede, arte e tradizione si siano intrecciati nel corso dei secoli.

Il ruolo del museo nella cultura locale

Il Museo Arte e Fede non è solo un’esposizione artistica, ma un luogo identitario in cui il patrimonio religioso di Custonaci viene preservato e valorizzato. La presenza della Vara, delle opere sacre e degli ex voto rappresenta un patrimonio unico che testimonia la storia di un’intera comunità.

Un luogo da visitare durante un viaggio a Custonaci

Il complesso del Santuario, insieme al Museo Arte e Fede, è oggi una delle mete più importanti per chi visita Custonaci. Il museo offre ai visitatori un percorso affascinante tra arte sacra, tradizioni popolari e la millenaria devozione mariana che caratterizza la città.

Visitare il Museo Arte e Fede significa immergersi nella storia del territorio, scoprire riti e tradizioni autentiche e comprendere meglio l’anima spirituale di Custonaci.

 

 

2- Grotta Mangiapane e Presepe Vivente di Custonaci 

Un luogo magico, unico in Sicilia.
Un piccolo borgo anni ’20 perfettamente conservato all’interno di una grotta alta 70 metri.
Famoso per:
Presepe Vivente di Custonaci
ricostruzioni storiche
atmosfera incredibilmente scenografica

Una grotta naturale monumentale
La Grotta Mangiapane è una delle cavità più imponenti della Sicilia.
Apertura naturale enorme
Pareti alte 70 metri
Ambiente fresco e luminoso
Scenario cinematografico naturale
Molti la definiscono “una cattedrale naturale”.

Il borgo antico del 1800–1900
All’interno della grotta si trova un piccolo villaggio rurale, abitato dalla famiglia Mangiapane fino agli anni ’50.
Puoi vedere ancora:
case in pietra
stalle
granai
forni
botteghe
utensili originali dell’epoca
È come entrare in un museo della vita contadina siciliana. Una tappa imperdibile per chi visita la Sicilia occidentale.

Il Presepe Vivente

La grotta è famosa in tutta Italia per ospitare il Presepe Vivente di Custonaci, considerato uno dei più belli del Paese.
Durante l’evento:
oltre 160 figuranti
ricostruzione di antichi mestieri
degustazioni tradizionali
ambientazioni rurali del ’900
atmosfera natalizia magica

Cosa vedere durante la visita

- Il borgo storico

Perfettamente conservato, con porte basse, finestre piccole e ambienti autentici.

- Gli antichi mestieri

Durante eventi e aperture speciali puoi vedere:
-fabbro

-panificatore

-pastore

-tessitrice

-contadina

-ceramista

-arrotino

- Il percorso naturalistico

Fuori dalla grotta ci sono sentieri e panorami meravigliosi verso Monte Cofano, Baia S. Margherita e Cornino.

- La fauna e flora locale

Macchia mediterranea, falchi, ulivi, palme nane e fichi d’india.

 


3- Riserva Naturale Orientata Monte Cofano

Uno dei luoghi più spettacolari della Sicilia occidentale
La Riserva Naturale di Monte Cofano è una delle aree più suggestive dell’intera Sicilia.
Situata tra Custonaci, Cornino e Castelluzzo, si sviluppa attorno al profilo imponente di Monte Cofano (659 m), una montagna triangolare che scende a picco sul mare.
La riserva offre panorami mozzafiato, sentieri costieri, calette nascoste, fauna ricca e un’atmosfera selvaggia unica

Cosa vedere nella Riserva di Monte Cofano

Monte Cofano (la montagna iconica)

Il simbolo della riserva.
Un massiccio di roccia calcarea che domina il paesaggio. Molto fotografato per la sua forma triangolare e per i tramonti che lo illuminano.

Sentiero costiero Cornino → Torre del Tono (FACILE)

Il percorso più famoso e accessibile.
Costeggia il mare con panorami incredibili su:
Cornino
Baia Santa Margherita
Macari
Monte Monaco
Perfetto per famiglie, coppie e trekking leggeri.

Torre del Tono

Una torre di avvistamento del ’500 situata sul lato ovest della riserva.
È uno dei punti panoramici più belli della Sicilia, ideale per:
fotografie
escursioni
tramonti spettacolari

Cala Bukuto

Caletta naturale meno affollata e molto amata dai locali.
Ideale per chi cerca tranquillità e mare azzurro intenso.

Grotta Mangiapane (vicina alla riserva)

A pochi minuti dall’ingresso della riserva si trova il celebre Borgo Scurati all’interno della Grotta Mangiapane, visitabile in alcune stagioni e famoso per il Presepe Vivente.

Rifugio di Cofano / Baglio Cofano

Un antico baglio rurale immerso nella riserva, con vista unica sul mare.
Ottima tappa durante il trekking costiero.

I percorsi della riserva

-Sentiero costiero ovest (facile)
Cornino → Torre del Tono → Rifugio Cofano
Durata: 45–90 minuti
Adatto a tutti.

-Sentiero costiero est (medio)
Baglio Cofano → Tonnara di Cofano
Paesaggi spettacolari, più roccioso.

-Anello completo di Cofano (medio – impegnativo)
Giro intorno alla montagna.
Durata: 3–4 ore.
Panorami eccezionali.

-Salita in cima (solo esperti)
Ripida e impegnativa, consigliata solo a chi ha esperienza di trekking avanzato.
Vedute a 360° su tutta la Sicilia occidentale.

Flora e Fauna

La riserva ospita:
Fauna
rapaci (falchi, poiane)
gabbiani reali
volpi
conigli selvatici
Flora
macchia mediterranea
timo, rosmarino, finocchietto
palma nana (giummarra)
agavi e fichi d’India
Quando visitare
I periodi migliori:
Primavera
Autunno
Inizio estate

 

4- Spiaggia di Cornino - litorale di Frassino - spiaggia della Torre di Cofano

Spiaggia di Cornino

Perché la spiaggia di Cornino è così amata?

Acqua limpida e trasparente
La baia è famosa per il suo mare pulitissimo, con sfumature che vanno dal turchese al blu intenso.
I fondali sono bassi e sabbiosi in alcuni tratti, rocciosi e perfetti per lo snorkeling in altri.

Spiaggia mista: sabbia + scogli
Cornino offre una combinazione ideale per tutti i gusti:
tratti di sabbia fine (ideali per famiglie)
tratti di scogli e piattaforme naturali
fondali ricchi di pesci per chi ama immersioni e snorkeling
acque calme e protette dal profilo di Monte Cofano.

Panorama unico
Cornino è una delle poche spiagge siciliane che offre un panorama così scenografico:
- Monte Cofano a strapiombo sul mare
- promontori rocciosi
- tramonti spettacolari
- vista aperta fino al Golfo di Castelluzzo
Perfetta per scattare foto e video professionali.

Vicino ai sentieri della Riserva di Cofano
Dalla spiaggia si parte direttamente per alcuni percorsi naturalistici:
sentiero costiero Cornino → Torre del Tono
accesso al giro del Cofano
camminate panoramiche verso Baia Santa Margherita
Un mix perfetto tra mare e natura.

Ideale per snorkeling
La zona è ricca di pesci, praterie di posidonia e scogliere basse.
Ottima per:
- maschera e pinne
- fotografia subacquea
- nuotate tranquille anche con bambini

Servizi e comfort
Cornino offre:
- ristoranti e bar fronte mare
gelaterie
- lidi attrezzati (in alcuni periodi)
- noleggio sdraio e ombrelloni
parcheggi
- lungomare con panchine e aree relax
- area giochi per bambini
- docce in alcuni tratti
È una località comoda e mai troppo affollata come San Vito Lo Capo

 Litorale di Frassino 

Il Litorale di Frassino, situato nel territorio di Custonaci, è un tratto costiero caratterizzato da un ambiente naturale ancora autentico e poco affollato. Questa zona offre un paesaggio dominato dalla macchia mediterranea, da acque limpide e da calette tranquille ideali per chi cerca relax e natura incontaminata. Il litorale si presenta come una spiaggia più selvaggia rispetto alle grandi località balneari, rendendolo perfetto per chi desidera un luogo riservato, lontano dal turismo di massa.

Il percorso per raggiungere il Litorale di Frassino può includere tratti sterrati o accessi meno convenzionali, motivo per cui è consigliabile prestare attenzione e valutare il mezzo più idoneo, soprattutto per chi si sposta in bicicletta o desidera esplorare la costa in autonomia. La zona offre panorami suggestivi ed è particolarmente apprezzata dagli amanti della natura, del trekking leggero e delle esperienze autentiche.

Spiaggia della Torre di Cofano

La Spiaggia della Torre di Cofano si trova ai piedi del Monte Cofano, all’interno di un’area naturale dal fascino straordinario. Davanti alla storica torre costiera si apre una spiaggia libera di ciottoli e acqua cristallina, un luogo ideale per chi cerca mare pulito, tranquillità e bellezze paesaggistiche uniche. La posizione offre una vista spettacolare sul promontorio del Monte Cofano e permette di immergersi in un ambiente ancora selvaggio e conservato.
La zona è perfetta per attività come snorkeling, escursioni leggere, trekking costiero e percorsi in bicicletta. L’accesso alla Spiaggia della Torre di Cofano può richiedere brevi camminate o l’utilizzo di sentieri sterrati, rendendola una meta ideale per chi ama la natura e non necessita di servizi tipici delle spiagge attrezzate.

 

Perché queste zone sono ideali per gli utenti TDS Transfer

Il Litorale di Frassino e la Spiaggia della Torre di Cofano rappresentano due delle mete più affascinanti nella zona di Custonaci, perfette per essere raggiunte tramite servizi di transfer privato. Chi non desidera affrontare tratti sterrati o gestire parcheggi limitati può affidarsi ai servizi professionali di TDS Transfer per arrivare comodamente in questi luoghi naturali.

Entrambe le località sono particolarmente adatte a turisti, famiglie, fotografi, appassionati di trekking e a chi desidera scoprire una parte autentica della Sicilia nord-occidentale. Grazie alla vicinanza con Cornino, San Vito Lo Capo e altre mete di grande richiamo, queste zone possono essere incluse facilmente in itinerari giornalieri personalizzati.

 

5- La pista ciclabile Cornino – Bonagia

Natura, mare e panorami sulla costa di Custonaci

La pista ciclabile che collega Cornino a Bonagia è uno dei percorsi più suggestivi della Sicilia occidentale. Situata nel territorio di Custonaci, questa pista costiera si sviluppa lungo il mare, offrendo viste spettacolari su Monte Cofano, sul Golfo di Bonagia e sulle acque cristalline della baia di Cornino.

È un itinerario perfetto per chi ama pedalare immerso nella natura, con un tracciato semplice e adatto a tutti, ideale per famiglie, ciclisti amatoriali e viaggiatori che desiderano esplorare il territorio in modo lento e sostenibile.

Un percorso panoramico unico nel suo genere

La pista ciclabile Costiera Cornino–Bonagia percorre un tratto di costa tra i più affascinanti della Sicilia occidentale.

Lungo il tragitto puoi ammirare:

- Monte Cofano che domina l’intero percorso
- il mare turchese e le sue scogliere naturali
- la zona umida di Rio Forgia
- il suggestivo borgo marinaro di Bonagia
- i panorami sul Golfo di Erice e Monte San Giuliano
- La presenza costante del mare, unita al profumo della macchia mediterranea, rende l’esperienza davvero memorabile.

Caratteristiche della pista ciclabile

- Percorso facile: adatto a tutti, anche ai bambini
- Lunghezza totale: circa 6 km
- Terreno: asfalto e tratti sterrati leggeri
- Difficoltà: bassa
- Ideale per: bici tradizionali, e-bike, passeggiate, jogging.

Questo tragitto è perfetto anche per i turisti che soggiornano a Custonaci, Cornino o San Vito Lo Capo e desiderano vivere un’esperienza immersiva tra mare e natura.

Punti d’interesse lungo il percorso

-  Baia di Cornino
Partenza panoramica tra mare limpido, scogli naturali e lidi attrezzati.
- Monte Cofano
Il percorso corre ai piedi della Riserva Naturale di Monte Cofano, offrendo uno dei paesaggi più iconici della Sicilia.
- Rio Forgia
Area naturalistica popolata da uccelli migratori e varietà botaniche mediterranee.
- Torre della Tonnara di Bonagia
Una delle strutture storiche più affascinanti della costa trapanese.
- Borgo di Bonagia
Caratterizzato da marina peschereccia, tonnara storica e ristoranti tipici.

 

Come raggiungere la pista ciclabile con TDS Transfer

TDS Transfer offre collegamenti diretti e comodi da:

- Aeroporto di Palermo (PMO)
- Aeroporto di Trapani Birgi (TPS)
- San Vito Lo Capo
- Custonaci
- Trapani ed Erice

Puoi richiedere:

Transfer privato con autista
Navetta su richiesta per gruppi
Trasporto bici
Itinerari personalizzati per tour in bici o e-bike
Perfetto per chi vuole pedalare senza preoccuparsi di parcheggio, bagagli o spostamenti complessi. 

 

6- Le Cave di Custonaci e il Museo del Marmo

Origine e importanza delle cave

Il territorio di Custonaci ospita (secondo bacino marmifero dopo Carrara) un’area estrattiva di grande rilievo: si stimano circa 100 cave e numerosi opifici nella zona.

L’attività estrattiva ha origini antiche: testimonianze risalgono al XVI secolo (1500) nel bacino di Custonaci.

Oggi questo territorio produce una parte rilevante del marmo siciliano — ad esempio l’azienda locale segnala che da Custonaci proviene circa l’85 % del marmo della Sicilia e circa il 15 % del marmo italiano totale.

Il marmo estratto è utilizzato in edifici e monumenti in Italia e all’estero.


Tipologie di marmo e caratteristiche

Una delle varietà più celebri è il Perlato di Sicilia (anche chiamato “Botticino di Sicilia”), un marmo con fondo avorio chiaro, venature/marche marroni e chiazze di calcite.

Altre tipologie estratte includono: il “Libeccio Antico” (marmo policromo usato in epoca barocca) e vari tipi come Perlatino di Sicilia, Cremino, Mediterraneo Ivory, Nerello di Custonaci.

Dal punto di vista geologico: le rocce calcaree estratte si trovano nella zona tra il Monte Cofano e il Monte Sparagiaio (sul territorio di Custonaci) e includono banchi calcarei del Cretaceo.

Area estrattiva e paesaggio

Zona estrattiva: “una superficie di circa 3 km² tra Monte Cofano e Monte Sparagiaio.”

Paesaggisticamente: le pareti bianche delle cave si “imprimono” visivamente sul territorio, conferendo un impatto estetico molto forte al paesaggio circostante.

Il comune di Custonaci viene chiamato «Città internazionale dei marmi».

Economica e attuale utilizzo

Le cave sono ancora in attività, con estrazioni moderne integrate da macchinari e tecniche aggiornate.

Una parte consistente della produzione è destinata all’export internazionale.

Turismo e visita

Per quanto suggestivo dal punto di vista estetico, l’accesso alle cave è limitato: un utente recensisce che “Nessuna possibilità di fare una visita. Si possono solo osservare dall’esterno le ferite bianche che spiccano sulla montagna.”

Esiste un itinerario trekking (“Cave di c.da Chiova”) che pone l’attenzione sull’estrazione e sul panorama legato alle cave di Custonaci.
Cai - Sezione Erice

In centro a Custonaci c’è anche il Museo del Marmo e delle Grotte di Custonaci (Marble & Cave Museum) che illustra la storia geologica, l’estrazione e gli strumenti del lavoroIl distretto del marmo più importante della Sicilia

Le cave di marmo di Custonaci sono tra le più famose d’Italia e d’Europa. Da qui proviene il celebre Perlato di Sicilia, un marmo pregiato esportato in tutto il mondo. Visitare questa zona significa immergersi in un paesaggio affascinante, unico nel suo genere: enormi pareti di roccia bianca, macchinari imponenti, panorami spettacolari e storia mineraria. È uno degli scorci industrial-naturalistici più scenografici della Sicilia

Il Museo del Marmo

Cos’è

Il Museo del Marmo e delle Grotte di Custonaci è una struttura museale situata nel centro del comune di Custonaci, dedicata a raccontare la storia geologica, industriale e culturale legata all’estrazione del marmo e al patrimonio speleologico del territorio. 

In altre parole:

- è un luogo in cui si può conoscere come è nato e come si estrae il marmo nella zona di Custonaci, con le tecniche, le cave, le varietà di marmo.

- è anche un luogo che valorizza la componente naturale-speleo: le grotte del territorio, le stratificazioni geologiche, la litologia locale.

- è parte di un progetto più ampio di valorizzazione del patrimonio lapideo e geologico locale, e della memoria del lavoro marmifero in Sicilia occidentale.

Qual è lo scopo

Lo scopo del museo è duplice:

Educativo: mostrare ai visitatori (turisti, studenti, appassionati) i vari aspetti della filiera del marmo — dalla roccia in cava fino alla pietra lavorata, passando per gli strumenti, le tecniche e l’evoluzione dell’estrazione.

Valorizzativo/identitario: rafforzare l’identità di Custonaci come «città del marmo», con un legame forte con la geologia e l’estrazione lapidea, e promuovere il territorio anche dal punto di vista turistico e culturale.

Com’è organizzato il percorso

Il museo presenta diverse aree tematiche ben definite:

Geologia e Stratificazioni: campionature, rilievi, fotografie delle rocce e delle stratificazioni del territorio.

Storia dell’Estrazione: esposizione di strumenti storici, fotografie delle cave, tecniche d’estrazione tradizionali e moderne.


Esposizione dei Marmi: campioni delle varie tipologie di marmo estratte nella zona (ad esempio il celebre Perlato di Sicilia), che permettono di apprezzare colori, venature, varianti.


Speleologia / Patrimonio delle Grotte: documentazione delle grotte locali, cartografie, informazioni su cavità e strutture sotterranee del territorio.

In altre parole:

è un luogo in cui si può conoscere come è nato e come si estrae il marmo nella zona di Custonaci, con le tecniche, le cave, le varietà di marmo,
è anche un luogo che valorizza la componente naturale-speleo: le grotte del territorio, le stratificazioni geologiche, la litologia locale,

è parte di un progetto più ampio di valorizzazione del patrimonio lapideo e geologico locale, e della memoria del lavoro marmifero in Sicilia occidentale.

Storia dell’Estrazione: esposizione di strumenti storici, fotografie delle cave, tecniche d’estrazione tradizionali e moderne.

Esposizione dei Marmi: campioni delle varie tipologie di marmo estratte nella zona (ad esempio il celebre Perlato di Sicilia), che permettono di apprezzare colori, venature, varianti.

Speleologia / Patrimonio delle Grotte: documentazione delle grotte locali, cartografie, informazioni su cavità e strutture sotterranee del territorio.

 

7- Monte Sparagio

Monte Sparagio: flora, fauna e paesaggi della vetta più alta della provincia di Trapani

Monte Sparagio, con i suoi 1110 metri, è la cima più elevata della provincia di Trapani e uno dei luoghi naturalistici più affascinanti della Sicilia occidentale. Situato tra Custonaci, Buseto Palizzolo ed Erice, questo massiccio offre panorami spettacolari, ricca biodiversità e percorsi ideali per chi ama trekking, natura e outdoor.
Un punto perfetto da raggiungere anche tramite i servizi di transfer per Custonaci e la zona circostante.

La flora di Monte Sparagio: boschi, macchia mediterranea e praterie d’altura

La vegetazione di Monte Sparagio è estremamente varia grazie ai diversi microclimi presenti lungo i suoi versanti.

Boschi e aree verdi
Le pendici sono ricoperte da pino marittimo, pino d’Aleppo, lecci e querce, che formano zone fresche e ombreggiate perfette per escursioni e trekking.
Macchia mediterranea
Salendo di quota compaiono le tipiche essenze mediterranee:
mirto
lentisco
erica
rosmarino
corbezzolo
ginestra in primavera

Piante spontanee e praterie

Sulla parte più alta dominano erbe aromatiche, origano selvatico, finocchietto, piante rupicole e vaste praterie battute dal vento. Diffusissimo l’asparago selvatico, da cui probabilmente deriva il nome “Sparagio”.


La fauna di Monte Sparagio: rapaci, piccoli mammiferi e biodiversità siciliana

Il massiccio di Monte Sparagio ospita una fauna ricca e rappresentativa del territorio trapanese.

Mammiferi
volpe rossa
coniglio selvatico
donnola
riccio europeo

Uccelli e rapaci
La zona è perfetta per gli appassionati di birdwatching:
poiana
gheppio
falco pellegrino
assiolo
numerosi passeriformi
rapaci migratori visibili in particolari periodi dell’anno

Rettili e insetti
Sono presenti lucertole, biacchi (non velenosi) e un’ampia varietà di insetti e farfalle endemiche.

Il paesaggio: uno dei punti panoramici più belli della Sicilia occidentale

Raggiungere la vetta di Monte Sparagio significa godere di una vista a 360 gradi su tutta la Sicilia occidentale. Da qui è possibile ammirare:

- Monte Cofano e il Golfo di Makari
- Custonaci e Cornino
- San Vito Lo Capo e il Monte Monaco
- Riserva dello Zingaro
- Erice
- nelle giornate limpide: Pantelleria

Il paesaggio alterna boschi, zone rocciose, vallate, pareti naturali e praterie d’altura, rendendo questa montagna un luogo perfetto per fotografia, escursionismo e attività outdoor.

 

Come arrivare a Monte Sparagio da Custonaci con TDS transfer

Monte Sparagio è facilmente raggiungibile da diversi punti, ma molti escursionisti scelgono le partenze da Custonaci, località servita dai transfer per Custonaci e dai collegamenti con Palermo, Trapani e gli aeroporti.

Gli accessi principali sono:

- Custonaci – Valle dei Grilli / Purgatorio
- Buseto Palizzolo – Versante Sud
- Erice – Versante Est

Sentieri sterrati e percorsi boschivi lo rendono ideale sia per trekking che per mountain bike.

Perché visitare Monte Sparagio

Monte Sparagio rappresenta una delle mete naturalistiche più suggestive della Sicilia e una tappa imperdibile per chi visita:

- Custonaci
- San Vito Lo Capo
- Trapani
- Erice
- Valderice

La sua posizione strategica permette di vivere una giornata immersi nel verde, lontano dal turismo di massa, con panorami tra i più emozionanti dell’isola.


Raggiungere Custonaci e Monte Sparagio con TDS Transfer

Per chi desidera esplorare Monte Sparagio senza stress, è possibile raggiungere la zona con i servizi TDS Transfer, disponibili da:
- Palermo Aeroporto
- Palermo città
- Trapani Aeroporto
- Trapani città
- San Vito Lo Capo

Comodi, rapidi e prenotabili anche via WhatsApp, ideali per escursionisti e gruppi.
Si trova tra Custonaci, Castelluzzo e San Vito Lo Capo, all’interno del massiccio dei Monti di Trapani, ed è uno dei luoghi naturali più affascinanti e panoramici della Sicilia occidentale.

 

 

8- Le Torri di avvistamento di Custonaci

 

Il sistema di fortificazioni costiere che vigilava sul mare della Sicilia occidentale

Il territorio di Custonaci conserva alcune delle torri costiere più affascinanti e strategiche della Sicilia.
Queste torri facevano parte del grande sistema difensivo voluto dagli spagnoli nel XVI secolo, per proteggere le coste dai pirati saraceni e dai corsari che colpivano i villaggi costieri.
Nella zona di Custonaci se ne trovano due importanti:

La torre di San Giovanni rientra nel sistema di difesa costiero fortemente voluto da re spagnoli.

Si tratta di un presidio militare costruito nel 1595 dalla “Deputazione del regno” su segnalazione dell’arch. Camilliani individuando in questo tratto di costa un punto troppo scoperto e facilmente attaccabile via mare dalla minaccia turca.

 

Furono gli architetti Tiburzio Spannocchi e Camillo Camilliani, rispettivamente nel 1578 e nel 1583, ad effettuare il periplo della Sicilia, per verificare i punti deboli della costa e a far costruire il noto sistema delle torri di difesa.

Notevoli sono i documenti di questi tecnici che in quel tempo eseguirono ricognizioni con appositi disegni e progetti.

Il sistema di difesa costiero, in Sicilia, era costituito da un insieme di torri visibili l’una all’altra, al fine di poter inviare messaggi tramite fuochi di segnalazione, spari o sventolio di bandiere.

Le torri venivano presidiate da militari armati.

La torre di San Giovanni è visibile in linea d’aria con quella di Bonagia e con quella di Monte San Giuliano, attuale Erice.

Il visitatore che si ferma ai piedi di questa imponente costruzione potrà notare la vastità della visuale che arriva fino alle isole Egadi, una componente fondamentale per i militari di guardia presso la torre.

La posizione strategica della struttura, tra l’altro, è documentata dalla ricezione, nel luglio del 1805, di un solenne encomio militare, per essere riuscita ad allontanare la minaccia piratesca proveniente dal mare.

Torre della Tonnara di Cofano 

 

Torre della Tonnara di Cofano: storia, informazioni e curiosità

La Torre della Tonnara di Cofano è uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi della Sicilia occidentale. Si trova all’interno della Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano, nel territorio di Custonaci, in provincia di Trapani, ed è un importante esempio di architettura difensiva costiera e testimonianza della storica attività della pesca del tonno.

Storia della Torre della Tonnara di Cofano

La torre fu costruita tra il 1556 e il 1560 per volontà del governo spagnolo, in un periodo in cui le coste siciliane erano frequentemente minacciate da incursioni piratesche e ottomane. Faceva parte di un ampio sistema di torri costiere difensive, progettato per avvistare i nemici e difendere il territorio dagli attacchi via mare.
La struttura presenta una particolarità molto rara: le sue pareti non sono completamente dritte, ma leggermente concave, una scelta strategica pensata per deviare e attutire i colpi di cannone provenienti dal mare, aumentando la resistenza della torre durante gli assedi.
Nel corso dei secoli, la torre è rimasta un punto di riferimento fondamentale per il controllo della costa e per la protezione delle attività legate alla vicina tonnara.
Nel 2006 la Torre della Tonnara di Cofano è stata acquisita dal demanio regionale e successivamente restaurata grazie a finanziamenti pubblici. Dal 2010 è nuovamente aperta e fruibile ed è diventata uno dei principali simboli della riserva naturale.

La tonnara di Cofano
Davanti alla torre si trovano i resti della tonnara di Cofano, un antico stabilimento per la lavorazione del tonno attivo già in epoca medievale. La tonnara ebbe grande importanza economica e occupazionale per tutta l’area, passando nel corso dei secoli sotto il controllo di diverse famiglie nobili locali.
Sulle rocce e lungo la costa sono ancora visibili alcune vasche scavate nella pietra, utilizzate per la lavorazione e la conservazione del pesce. Alcune di queste strutture risalgono addirittura all’epoca ellenistica (IV-III secolo a.C.), testimoniando come la zona fosse già frequentata e sfruttata in tempi molto antichi.
L’attività della tonnara è proseguita, con alterne vicende, fino alla metà del Novecento, per poi essere definitivamente dismessa.

Architettura della torre

La Torre della Tonnara di Cofano ha una pianta quadrata a stella con quattro punte, una forma piuttosto rara in Sicilia e molto interessante dal punto di vista architettonico e militare.
È costruita in pietra locale e presenta mura molto spesse, che superano i due metri, a conferma della sua funzione difensiva. Al piano terra si trova un’unica grande sala con volta a botte e una cisterna scavata nella roccia, utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana.
Il piano superiore è suddiviso in due ambienti e, attraverso una scala ripida, si accede al terrazzo, da cui è possibile ammirare un panorama straordinario sulla costa, sul mare e su tutto il promontorio di Monte Cofano.

Valore storico, culturale e paesaggistico

Oggi la torre è una delle attrazioni principali della Riserva di Monte Cofano, un’area protetta caratterizzata da sentieri, calette incontaminate, scogliere spettacolari e una natura selvaggia e autentica.
La Torre della Tonnara di Cofano non è solo un monumento storico, ma anche un punto panoramico unico, molto apprezzato da escursionisti, fotografi e visitatori che vogliono scoprire la vera essenza della Sicilia occidentale.
Oltre al suo valore storico e ambientale, il luogo è avvolto anche da un’aura leggendaria: secondo alcune interpretazioni, questi territori sarebbero stati attraversati dall’eroe Enea, come narrato nell’“Eneide”, rendendo la zona ancora più affascinante e misteriosa.

Perché visitare la Torre della Tonnara di Cofano

Visitare la Torre della Tonnara di Cofano significa compiere un viaggio nel tempo, tra storia, mare e natura, in uno degli angoli più suggestivi della Sicilia. È una tappa imperdibile per chi visita Custonaci, San Vito Lo Capo, Cornino e tutto il territorio trapanese.

 

9- Parco Suburbano «Cerriolo»

È un’area verde con macchia mediterranea: palma nana (giummarra), euforbia (camarruni), agave sisalana (zabbara), olivi, ficus, carrubi, melograni (ranati).

Lì è installata la statua “Regina Pacis”, un’opera dello scultore locale Giuseppe Cortese, affacciata sul panorama della riserva.

Il parco conserva ancora resti di mulattiere e sentieri antichi, che venivano usati fino a non troppo tempo fa come collegamento tra frazioni e aree costiere.

È anche noto per la presenza di falesie e vie di arrampicata: ad esempio la zona “Rocca di Cerriolo” è recensita come falesia attiva con numerose vie.

Dove si trova

Il parco si trova lungo la vecchia mulattiera che collegava il centro storico di Custonaci al borgo di Scurati, in posizione elevata sulla rocca di “Portella del Cerriolo”.

Da qui si gode di una vista ampia sul Golfo di Bonagia, sul versante che va dal Monte Erice a ovest fino al Monte Cofano a nord-est.

Perché vale la pena visitarlo
Panorama spettacolare: è uno dei punti più suggestivi da cui ammirare il golfo e la costa.
Perfetto per una passeggiata rilassante, immersi nella natura, lontani dalle spiagge affollate.
Ottima tappa per escursioni collegate: ad esempio partendo dal parco si può procedere verso Monte Cofano o la Grotta Mangiapane.

Include un mix molto apprezzabile: natura + arte + contemplazione.

 

10- Porta del Sole e Cavallo del Sole di Custonaci

Porta del Sole

Dove si trova

La Porta del Sole è un monumento megalitico posizionato sul versante nord-occidentale del Monte Sparagio (o “Sparagio”), nel territorio del comune di Custonaci (Provincia di Trapani). 

È identificata come un trilite — due pietre verticali sormontate da una lastra orizzontale — che forma un “portale di pietra”. 

Cosa rappresenta
Il monumento è interpretato come un antico calendario astronomico: durante il solstizio d’inverno, il tramonto del sole allinea esattamente i raggi attraverso l'apertura del trilite.

È stato paragonato a una sorta di “Stonehenge siciliana”, per la precisione dell’allineamento e per l’epoca presumibile di realizzazione.

Perché vale la pena visitarla
È un elemento archeologico poco conosciuto ma altamente suggestivo: combinazione di natura, archeologia e astronomia.
La posizione in quota rende il momento del tramonto particolarmente scenografico.
È perfetta per chi ama l’escursionismo, la fotografia panoramica e la scoperta di luoghi “fuori dal comune”.
Se integrata in un tour con TDS Transfer, può diventare una tappa esclusiva da abbinare a mare, montagna e natura.

Come visitarla
Essendo in ambiente montano (versante di Monte Sparagio), è opportuno prevedere un trekking leggero o un percorso escursionistico.
Meglio portare scarpe adatte, acqua e magari una giacca leggera se la visita è al tramonto.
Per cogliere l’effetto solare del solstizio (o comunque del tramonto allineato) è ideale arrivare prima del tramonto, scegliere un buon punto visivo e prepararsi alla luce calante.

Cavallo del Sole di Custonaci

Un antico megalite scolpito nella roccia, simbolo misterioso del territorio
Il Cavallo del Sole è uno dei monumenti megalitici più affascinanti e poco conosciuti della Sicilia.
Si trova nel territorio di Custonaci, nelle aree montane tra la Porta del Sole e le pendici del Monte Sparagio, in una zona ricca di reperti archeologici e strutture di origine protostorica.
È considerato uno dei simboli più enigmatici della preistoria siciliana.


Cos’è il Cavallo del Sole?

Il Cavallo del Sole è un megalite scolpito nella roccia che raffigura la sagoma stilizzata di un cavallo in corsa, orientato verso l’orizzonte.
La figura è ottenuta tramite una serie di incisioni e sagomature rupestri.
È largo alcuni metri e ben riconoscibile dall’alto.
Ha un forte valore simbolico legato ai cicli solari.
Insieme alla Porta del Sole, forma un complesso megalitico unico nel suo genere.


Origini e mistero

Gli studiosi ritengono che il Cavallo del Sole possa risalire a epoche protostoriche, tra Età del Bronzo e Età del Ferro.
L’ipotesi più accreditata è che fosse collegato a:
-culti solari
-cerimonie di passaggio stagionale
-osservazioni astronomiche (solstizi ed equinozi)
Non è escluso che avesse una funzione rituale, forse legata alla fertilità, all’arrivo della stagione agricola o al ciclo della luce.


Legame con la Porta del Sole

Il Cavallo del Sole si trova nella stessa area della Porta del Sole, un trilite naturale e megalitico che si allinea con il tramonto durante il solstizio d’inverno.
Questo fa pensare a un complesso sacro più ampio, paragonabile a:
siti di astronomia antica
luoghi di culto solare
zone megalitiche europee
Per questo spesso si parla di “Stonehenge di Custonaci”.

 

Il Cavallo del Sole di Custonaci: cos’è e come arrivarci con TDS Transfer

Il Cavallo del Sole di Custonaci è uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti del territorio. Si tratta di un monolite zoomorfo situato sul versante sud del Monte Sparagio, modellato dall’uomo e orientato in modo perfetto verso il tramonto del solstizio d’inverno. Durante questo momento dell’anno, il sole cala esattamente tra le “zampe” del monolite, creando un fenomeno di grande suggestione che richiama appassionati di natura, fotografia e archeoastronomia.

Dove si trova
Il Cavallo del Sole si trova nel territorio di Custonaci, immerso tra sentieri naturali, rocce antiche e panorami che dominano tutta la valle sottostante. Il monolite misura circa 1,70 metri di altezza ed è appoggiato su due pilastri di pietra più piccoli, probabilmente lavorati dall’uomo in epoca antica.
È considerato uno dei “calendari di pietra” della Sicilia occidentale, un luogo in cui natura e storia si incontrano creando un’atmosfera unica.

Come arrivarci con TDS Transfer

Raggiungere il Cavallo del Sole di Custonaci con il servizio TDS Transfer è la soluzione ideale per chi desidera visitare il sito senza preoccuparsi di strade secondarie, percorsi sterrati o difficoltà di orientamento.

Ecco come si svolge l’esperienza:

- Partenza da Custonaci, San Vito Lo Capo, Trapani o zone limitrofe, con auto o minivan adatti ai tratti di campagna.
- Percorso verso la zona del Monte Sparagio, fino a raggiungere l’area in cui è possibile lasciare il mezzo in sicurezza.
- Breve tratto a piedi lungo un sentiero naturale per raggiungere il monolite.
- Possibilità di programmare la visita al tramonto, momento in cui il panorama diventa particolarmente suggestivo.
- Rientro con TDS Transfer all’orario concordato.
Il servizio permette di vivere un’esperienza sicura, comoda e organizzata anche per famiglie, gruppi e appassionati di escursioni leggere.

Perché visitarlo
Il Cavallo del Sole di Custonaci è una tappa perfetta per chi ama:
- natura incontaminata
- panorami spettacolari
- siti archeologici naturali
- fotografia paesaggistica
- luoghi misteriosi e antichi

È un’esperienza ideale da combinare con altre attrazioni del territorio, come il Santuario di Custonaci, la Grotta Mangiapane, la Riserva di Monte Cofano, il Belvedere di Purgatorio e il borgo di Cornino.

Il Cavallo del Sole si trova:
sul versante montano tra Custonaci e Monte Sparagio
in un’area naturale poco battuta
raggiungibile solo tramite sentieristica o trekking leggero
È un luogo immerso nella natura, selvaggio e scenico.

 

 

12 COSE CONSIGLIATE DALLA TDS DA MANGIARE ASSOLUTAMENTE A CUSTONACI  

 

Un viaggio nei sapori autentici della Sicilia occidentale
Custonaci è famosa non solo per mare e natura, ma anche per una tradizione gastronomica ricchissima, che unisce cucina contadina, prodotti del territorio e influenze trapanesi.


1- Busiate al pesto trapanese

Le busiate al pesto trapanese rappresentano uno dei piatti più iconici della gastronomia della Sicilia occidentale.
Profondamente legate alla storia del territorio che comprende Trapani, Custonaci, Valderice e le campagne ai piedi di Monte Cofano, queste busiate raccontano un incontro unico tra tradizione contadina e influenze mediterranee.

Origine delle busiate

Le busiate sono una pasta fresca tipica del Trapanese, preparata con farina di grano duro e acqua.
Il nome deriva dal “buso”, il ferro sottile utilizzato per arrotolare l’impasto creando la caratteristica forma a spirale.

Questa tecnica permette di ottenere una pasta:
- corposa
- elastica
- perfetta per trattenere sughi densi e profumati
Nelle famiglie custonacesi le busiate venivano preparate soprattutto durante le feste, le domeniche invernali e le ricorrenze speciali.

Storia del pesto trapanese

Il pesto trapanese, noto localmente come agghiata trapanisa, ha origini antiche e nasce dall’influenza dei marinai genovesi che approdavano nel porto di Trapani.
I trapanesi reinterpretarono il pesto ligure utilizzando gli ingredienti del loro territorio:

- mandorle locali
- pomodori freschi
- basilico siciliano
- aglio rosso
- olio extravergine

Il risultato è un condimento ricco, profumato e perfetto per esaltare la pasta fatta in casa.

Un piatto identitario della tradizione trapanese

Le busiate al pesto trapanese rappresentano un punto d’incontro tra:
- Tradizione della pasta fresca
Preparata a mano nelle cucine delle contrade rurali.
-  Ingredienti locali
Mandorle, olio, pomodori e basilico provenienti dalle campagne circostanti.
-  Memoria mediterranea
L’adattamento trapanese di un condimento arrivato dal mare.

La diffusione nel territorio di Custonaci

A Custonaci, le busiate al pesto trapanese erano un piatto immancabile nelle riunioni familiari e nelle feste di campagna.
Ogni famiglia custodiva una versione personale della ricetta: c’era chi aggiungeva pecorino locale, chi preferiva il pesto più cremoso, chi utilizzava mandorle tostate per un gusto più deciso.

Perché è un piatto da non perdere

Le busiate al pesto trapanese rappresentano:
- la qualità dei grani duri siciliani
- la manualità delle famiglie del territorio
- i sapori autentici della provincia di Trapani
- un’esperienza gastronomica profondamente legata a Custonaci e ai comuni vicini
Ancora oggi è uno dei piatti più apprezzati da chi visita la zona e vuole scoprire la vera cucina della Sicilia occidentale.

 

2- Cous cous di pesce di Custonaci:

Il cous cous di pesce di Custonaci è uno dei piatti più rappresentativi della cucina della Sicilia occidentale.

Profondamente legato alla tradizione marinara della Baia di Cornino e alla cultura contadina delle contrade interne, questo piatto unisce due anime fondamentali dell’identità gastronomica del territorio di Custonaci.

Origini del cous cous nel territorio di Custonaci

Il cous cous arriva nella zona grazie ai rapporti commerciali e culturali con le coste nordafricane.
Le antiche rotte tra il Maghreb e la Sicilia occidentale hanno portato nell’isola l’arte dell’incocciata, diffusa poi dai pescatori trapanesi e dalle tonnare.
Da qui la tradizione è arrivata anche a Custonaci, dove il cous cous è stato accolto e reinterpretato secondo i prodotti locali.

Il cous cous di pesce nella tradizione familiare

A Custonaci il cous cous di pesce veniva preparato nelle grandi occasioni:
- feste familiari
- domeniche speciali
- celebrazioni legate alla Madonna di Custonaci
- riunioni nelle contrade rurali
La preparazione seguiva un rito preciso:

L’incocciata

La semola veniva lavorata a mano nella mafaradda, fino a ottenere chicchi morbidi e separati.

La cottura

Il cous cous veniva cotto al vapore nella tradizionale couscoussiera, con tempi lenti e ripetuti.

Il brodo di pesce

Grazie alla vicinanza con Cornino, il brodo veniva preparato con pescato locale come scorfano, gallinella, razza e tracina.
Ogni famiglia personalizzava la ricetta con erbe aromatiche e spezie del territorio.

Un piatto che unisce mare e campagna

Il cous cous di pesce di Custonaci rappresenta l’incontro perfetto tra:

- la semola di grano duro dell’entroterra

- il pescato fresco della costa

- le erbe aromatiche provenienti dalle colline circostanti

Un piatto ricco, profumato e profondamente legato al paesaggio del borgo.

Il cous cous oggi a Custonaci

Oggi il cous cous di pesce è presente in:
- ristoranti tradizionali
- locali della Baia di Cornino
- agriturismi delle contrade
- pranzi familiari nelle occasioni importanti

La versione più apprezzata rimane quella con semola lavorata a mano e brodo di pesce fresco, preparato secondo le ricette storiche del territorio.

Il cous cous di pesce di Custonaci è molto più di un piatto tipico: è un simbolo della storia mediterranea, un ponte tra culture e un’espressione autentica della gastronomia del territorio.

A Custonaci lo trovi spesso preparato “alla casalinga” con brodo di pesce ricco e speziato.

 

3- Cassatelle in brodo di carne: la tradizione autentica di Custonaci

Le cassatelle in brodo di carne rappresentano uno dei piatti più antichi e caratteristici della cucina di Custonaci, un simbolo della gastronomia rurale delle campagne che circondano il territorio tra Monte Cofano e Monte Sparagio. Si tratta di una ricetta semplice ma ricca di storia, ancora oggi preparata nelle famiglie custonacesi durante i mesi più freddi.

Origini delle cassatelle

La cassatella è una pasta fresca fatta a mano, simile a una piccola mezzaluna, oppure intrecciata a mano a forma di spiga, realizzata con farina di grano duro, acqua e sale. Tradizionalmente il ripieno era a base di ricotta fresca, spesso arricchita con bietola, pecorino e una leggera nota di pepe.

L’intreccio della cassatella di Custonaci: storia, tecnica e significato

L’intreccio della cassatella di Custonaci è uno degli elementi più distintivi della pasticceria tradizionale del territorio.
Questa particolarità, che rende la cassatella intrecciata unica nel suo genere, non è solo un dettaglio estetico, ma rappresenta un gesto antico, tramandato dalle donne custonacesi come simbolo di cura, manualità e appartenenza alla cultura locale.

Origini dell’intreccio

L’intreccio nasce nelle cucine delle famiglie rurali di Custonaci, in un’epoca in cui ogni dolce veniva preparato rigorosamente a mano.
Le donne del paese, per distinguere le cassatelle preparate per le feste, iniziarono a:
tagliare la pasta in strisce sottili,
modellarle a mano,
intrecciarle artisticamente attorno al ripieno di ricotta.
Questo lavoro richiedeva tempo e precisione, ed era spesso svolto insieme a figlie, madri e nonne, creando un vero rito familiare.
L’intreccio diventò così segno di festa, abbondanza e artigianalità.

Il significato dell’intreccio a Custonaci

L’intreccio non è casuale. Ha un forte valore simbolico:

- rappresenta l’unione familiare,
- evoca l’idea di contenere e proteggere,
- ricorda le antiche lavorazioni dell’artigianato femminile,
- richiama la cura e la pazienza delle donne della tradizione rurale.

A Custonaci, questo gesto è considerato un patrimonio culturale tanto quanto il dolce stesso.

Perché la cascatella intrecciata è così speciale

L’intreccio rende la cassatella un dolce:

- esteticamente unico,
- artigianale al 100%,
- riconoscibile come tipico del territorio,
- più fragrante, grazie alla cottura al forno che valorizza la struttura intrecciata,
- legato alle ricorrenze, come feste primaverili, celebrazioni religiose e momenti di famiglia.

Per chi arriva a Custonaci con TDS Transfer, la cassatella intrecciata è uno dei prodotti più rappresentativi da assaggiare per scoprire la vera cultura locale

Il brodo di carne

Le cassatelle vengono servite in un brodo di carne corposo e profumato, preparato con carne da bollito, ossi ricchi di midollo, carote, cipolla, sedano ed erbe aromatiche. Questa preparazione lenta e casalinga rende il piatto particolarmente nutriente, perfetto per la stagione invernale e per le giornate ventose tipiche dell’entroterra trapanese.

Un piatto identitario di Custonaci

Le cassatelle in brodo di carne fanno parte della memoria gastronomica di Custonaci. Nelle famiglie locali venivano consumate durante i pranzi della domenica, nei mesi più freddi e nei periodi di lavoro agricolo intenso. Oggi rappresentano una rarità culinaria, un patrimonio gastronomico che racconta la cultura e la vita contadina del territorio.

Dove gustarle oggi

Nonostante non siano facilmente reperibili nei ristoranti, le cassatelle sopravvivono grazie alla tradizione domestica. Alcune cucine locali, soprattutto nelle zone tra Purgatorio, Baglio Messina e Custonaci, preparano ancora questa specialità su richiesta, mantenendo viva una ricetta che appartiene alla storia del territorio.
Perché sono un piatto da non perdere
Le cassatelle in brodo di carne rappresentano il perfetto incontro tra cucina povera e sapore autentico. Ogni ingrediente racconta il legame profondo tra le famiglie di Custonaci e la loro terra, unendo semplicità, genuinità e tradizione.

 

4- Pane Cunzatu di Custonaci (pane condito) (Origine e storia)

Il Pane Cunzatu di Custonaci è uno dei piatti più iconici e popolari della tradizione gastronomica siciliana, particolarmente radicato nelle contrade custonacesi come Purgatorio, Baglio Messina, Sperone e nelle zone rurali che circondano Monte Cofano e Monte Sparagio.
Nato come pasto semplice dei contadini, oggi è un simbolo della cucina territoriale, riconosciuto per la sua genuinità e per il legame profondo con la cultura contadina del borgo.

Origini antiche del Pane Cunzatu
Il Pane Cunzatu nasce come pasto dei lavoratori dei campi, quando le famiglie contadine preparavano pane fatto in casa che doveva durare molti giorni.
Per questo veniva utilizzato il pane di grano duro, spesso in grandi forme come il cuneato, cotto nei forni a legna familiari o comunitari.
Durante le giornate di lavoro agricolo, nei periodi di mietitura, raccolta delle olive, cura del bestiame o lavori di campagna, non era possibile cucinare piatti elaborati.
Il pane veniva quindi “cunzatu”, cioè condito, con ciò che la terra offriva o con gli ingredienti conservati nella dispensa.

Gli ingredienti della tradizione custonacese

Il Pane Cunzatu di Custonaci si distingueva per la semplicità e l’autenticità degli ingredienti, tutti provenienti dalle campagne del territorio:

- Olio extravergine d’oliva locale, prodotto nelle zone rurali e nei frantoi tradizionali
- Origano di Monte Cofano, considerato uno dei più profumati della Sicilia
- Pomodori freschi dell’orto
- Acciughe salate provenienti dalle tonnare trapanesi
- Primo sale locale, prodotto dai pastori custonacesi

In molte famiglie, il pane veniva aperto, leggermente scaldato e abbondantemente condito, diventando un pasto unico gustoso, energetico e perfetto per la vita nei campi.

 Il Pane Cunzatu come “pane della domenica povera”

Non solo cibo da lavoro: nelle famiglie meno abbienti il Pane Cunzatu rappresentava anche il pasto della domenica povera, quando non si poteva cucinare carne o piatti elaborati.
Il condimento semplice, l’olio di qualità e il formaggio fresco lo rendevano un piatto festoso pur nella sua umiltà.

Legame con Custonaci e il territorio

Il Pane Cunzatu era diffuso in tutto il Trapanese, ma a Custonaci ha mantenuto caratteristiche specifiche grazie alla qualità unica degli ingredienti locali:

- l’origano spontaneo delle montagne
- l’olio extravergine delle contrade rurali
- il formaggio fresco prodotto dai pastori locali
- il pane di grano duro lavorato a mano e cotto nei forni a legna
Questo lo ha reso un prodotto identitario, profondamente legato alla cultura alimentare del borgo.

Il Pane Cunzatu oggi

Ancora oggi il Pane Cunzatu è uno dei cibi più apprezzati dai visitatori e dai residenti.
Si trova nelle paninerie, nelle gastronomie, nei chioschi estivi e nelle feste popolari del territorio, sempre preparato secondo la tradizione.

È spesso consumato:

durante una giornata al mare a Cornino
durante le escursioni a Monte Cofano
nelle sagre e negli eventi locali
come pasto veloce e genuino nei bar e nei panifici del paeseIl classico “pane condito” siciliano.

A Custonaci si prepara con:
pane caldo
olio locale
pomodoro
origano
formaggio primo sale
acciughe
Economico, saporito, perfetto in riva al mare.


5- La caponata di Custonaci: storia e tradizione di un piatto simbolo

La caponata di Custonaci è una delle preparazioni più rappresentative della cucina locale, un piatto nato nelle campagne del territorio che abbraccia Purgatorio, Baglio Messina, Cornino, Monte Cofano e le contrade rurali ai piedi di Monte Sparagio.
Questa versione del celebre piatto siciliano affonda le sue radici nella cucina contadina, dove le famiglie utilizzavano i prodotti dell’orto per creare ricette semplici ma ricche di sapore.

Origini della caponata custonacese

In Sicilia la caponata nasce come piatto povero, preparato con le verdure estive e conservato per essere gustato anche nei mesi successivi.
A Custonaci, grazie ai piccoli orti familiari e alla disponibilità di ingredienti freschi, è nata una variante caratterizzata da gusto deciso e grande ricchezza aromatica.
Le famiglie preparavano la caponata a fine estate, conservandola in contenitori di vetro e servendola durante pranzi domenicali, feste religiose e momenti di lavoro agricolo.

Le caratteristiche della caponata di Custonaci

La caponata di Custonaci si distingue per alcuni dettagli legati alle produzioni locali:
- Mandorle del territorio
Le mandorle tostate, tipiche delle campagne custonacesi, donano al piatto una nota dolce e croccante.
- Pomodori e cipolle dell’orto
Verdure fresche coltivate nei terreni rossi della zona, ricche di sapore e perfette per la preparazione della salsa.
- Capperi e olive della tradizione trapanese
Ingredienti fondamentali nelle cucine locali, che arricchiscono il piatto con un gusto deciso e aromatico.
- Melanzane fritte secondo tradizione
Tagliate a cubetti e fritte nell’olio caldo, come da antiche usanze contadine.

Quando si consumava la caponata a Custonaci

La caponata era il piatto estivo per eccellenza.
Veniva preparata e portata:
- durante le feste del paese
- nei pranzi dopo la raccolta del grano
- nelle giornate trascorse sul mare di Cornino
- nelle riunioni familiari dei bagli e delle contrade
Ogni famiglia custodiva la propria ricetta, spesso tramandata di generazione in generazione.

Un patrimonio gastronomico locale

La caponata di Custonaci rappresenta un elemento fondamentale della memoria culinaria del territorio.
È un piatto che racconta il legame tra le famiglie e la loro terra, unendo stagionalità, semplicità, prodotti locali e tradizione contadina.

 


6- Formaggi e ricotta di Custonaci: storia, tradizione e cultura pastorale

I formaggi e la ricotta di Custonaci rappresentano una delle eccellenze più autentiche della Sicilia occidentale. La loro storia è profondamente legata alla tradizione della pastorizia, che per secoli ha caratterizzato la vita rurale delle contrade situate tra Monte Cofano, Monte Sparagio, Purgatorio e Baglio Messina.
La qualità del latte, il territorio ricco di erbe spontanee e la sapienza dei casari hanno dato vita a prodotti unici e riconoscibili.

Origini della pastorizia a Custonaci

La pastorizia è una delle attività più antiche del territorio. Le prime testimonianze risalgono al periodo medievale, quando piccoli insediamenti rurali sfruttavano i pascoli collinari e montani per allevare ovini e caprini.
Il clima mite, i terreni calcarei e l’abbondanza di erbe aromatiche come origano, timo, finocchietto selvatico e rosmarino hanno contribuito alla produzione di un latte profumato e ricco, perfetto per la trasformazione casearia.

La produzione dei formaggi tradizionali

Per secoli i formaggi di Custonaci sono stati prodotti nelle masserie e nei bagli locali secondo metodi tramandati di generazione in generazione. Tra i prodotti più rappresentativi troviamo:
Tuma
Formaggio ovino fresco, non salato o leggermente salato, utilizzato nelle cucine locali per ripieni e piatti quotidiani.
Primo sale
Formaggio fresco e saporito, ottenuto dalla tuma con una breve stagionatura. Spesso aromatizzato con pepe, olive o erbe spontanee del territorio.
Pecorino
Il formaggio stagionato simbolo della zona. Con una maturazione più lunga, presenta un gusto intenso e una pasta compatta, ideale per la conservazione nei mesi invernali.

La ricotta: il cuore della tradizione custonacese

La ricotta di pecora è uno dei prodotti più amati del territorio.
Viene consumata:
- fresca
- come ripieno per le cassatelle
- nelle preparazioni dolciarie locali
- come condimento per primi piatti e pietanze rustiche
La ricotta era considerata un alimento prezioso e spesso veniva condivisa o donata tra famiglie e vicini, simbolo di ospitalità e familiarità.

L’importanza dei pascoli nel gusto dei formaggi

Il sapore dei formaggi e della ricotta di Custonaci deriva direttamente dal tipo di pascolo.
Le greggi si alimentano con:
- erbe selvatiche
- piante aromatiche
- piccoli arbusti tipici della macchia mediterranea
Questa dieta naturale conferisce al latte un profilo aromatico distintivo, che si ritrova in ogni forma di formaggio prodotto nel territorio.
Una tradizione che racconta il territorio
Fino alla seconda metà del Novecento la pastorizia era parte integrante della vita quotidiana.
Le famiglie producevano formaggi e ricotta nelle piccole casare, dove il latte veniva scaldato nei paioli, si aggiungeva il caglio naturale e si modellavano le forme nelle fiscelle.
È una tradizione che ancora oggi resiste grazie ai piccoli produttori che mantengono vive le tecniche antiche

I formaggi di Custonaci oggi

La produzione odierna rimane artigianale e legata al territorio.
Nelle trattorie e nelle cucine locali è possibile trovare pecorino, primo sale e ricotta fresca, protagonisti di molti piatti tipici della zona e simbolo dell’identità gastronomica del luogo.

 

7- Pesce fresco di Cornino

Come preparare e gustare il pesce fresco a Custonaci

Custonaci, con le sue acque limpide tra Cornino, Monte Cofano e la storica Tonnara di Cofano, è una delle zone più autentiche della Sicilia per assaporare pesce freschissimo. Qui la tradizione marinara incontra la cucina semplice e genuina della costa trapanese, offrendo piatti che raccontano il legame profondo tra la comunità e il mare.

Il pesce fresco a Custonaci: come riconoscerlo

Grazie alla presenza di piccoli pescatori locali, il pescato arriva sulla tavola nel giro di poche ore. Il pesce fresco della zona si riconosce per:
- occhi lucidi e trasparenti, mai opachi
- profumo lieve di mare, non forte
- carne compatta e non flaccida
- squame aderenti
- branchie rosse o rosa brillante

Tra le specie più comuni troviamo sgombri, alici, sarde, polpi, calamari, seppie, ricci, scorfani, orate, triglie, pesce spada, tonnetti e gamberetti di paranza.

Come preparare il pesce fresco secondo tradizione

La cucina custonacese valorizza la qualità del pescato con preparazioni semplici, rapide e profumate.

1. Pesce azzurro alla brace

Il metodo più tradizionale.
Viene marinato con:
- olio locale
- limone
- origano di Cofano
- un pizzico di sale
Poi cotto alla brace, spesso direttamente sul lungomare di Cornino nelle case dei pescatori.

2. Polpo “a strascinasale”

Una delle ricette più amate:
polpo bollito in acqua e alloro
tagliato a pezzi
condito con olio, sale, limone, origano
Fresco, profumato e perfetto nelle giornate estive.

3. Zuppa di pesce alla trapanese

Un grande classico:
scorfani, triglie, gallinelle
pomodoro, aglio, prezzemolo
cottura lenta per estrarre tutto il sapore del mare
Viene servita con fette di pane casereccio tostato.

4. Cous cous di pesce

Diffuso anche a Custonaci, segue la tradizione trapanese:
semola incocciata a mano
brodo di pesce fatto con scorfano, cernia o gallinella
spezie leggere
lunga cottura a vapore
servizio in piatto unico
È una delle ricette più rappresentative della zona.

5. Frittura di paranza

Piccoli pesci locali infarinati e fritti in olio caldo.
Croccante, profumata, sempre presente nelle trattorie di Cornino.

6. Ricci di mare

Quando la pesca è consentita, la pasta con i ricci è un’esperienza unica:
- spaghetti
- polpa di ricci freschissima
- olio extravergine
- leggero soffritto o nessuno, per non coprire il sapore
Un piatto che rappresenta la purezza del mare di Custonaci.

Dove gustarlo a Custonaci

Chi arriva in zona con TDS Transfer può facilmente scoprire:

• Ristoranti sul lungomare di Cornino
Specializzati in pesce alla brace, cous cous e crudi di mare.
• Trattorie tradizionali del centro
Che propongono ricette antiche tramandate da generazioni.
• Osterie delle borgate (Purgatorio, Sperone, Baglio Messina)
Perfette per chi cerca sapori autentici e cotture tradizionali.
• Pescherie locali


Come vivere un’esperienza completa
Per assaporare il pesce fresco come un vero custonacesi:
scegli pescato del giorno, non specie d’allevamento
gusta ricette semplici, perché il pesce della zona è già saporito
abbina con vino bianco siciliano, come Grillo o Catarratto
assaggia almeno una volta la frittura di paranza
visita Cornino al tramonto: è il momento migliore per cenare sul mare
Perché gustarlo proprio qui
Il pesce fresco di Custonaci non è solo cibo: è territorio, cultura, mare e tradizione.
Ogni piatto racconta la vita dei pescatori, l’antica tonnara, il profumo della costa e la semplicità della cucina siciliana. 

 


8- Busiate con stufato di salsiccia pasqualora e cotenna di maiale di Custonaci

Le busiate con stufato di salsiccia pasqualora e cotenna di maiale di Custonaci rappresentano uno dei piatti più ricchi, antichi e identitari della tradizione gastronomica della Sicilia occidentale.
Questa ricetta racconta secoli di cultura contadina, legata alle contrade di Purgatorio, Baglio Messina, Sperone, e ai territori che circondano Monte Cofano e Monte Sparagio.

La salsiccia pasqualora: un ingrediente storico

La salsiccia pasqualora è una specialità tradizionale preparata nel periodo di Pasqua, quando le famiglie delle masserie lavoravano la carne suina.

Caratteristiche tipiche:

- carne fresca tagliata a mano
- aromi di finocchietto selvatico
- speziatura leggera
- consistenza morbida e saporita

Era una salsiccia “di festa”, destinata ai pranzi importanti e alle celebrazioni familiari.

Il ruolo della cotenna di maiale

La cotenna di maiale veniva aggiunta allo stufato per arricchire il sugo e non sprecare nessuna parte dell’animale.

Durante la lunga cottura rilascia gelatina naturale, rendendo il condimento:
- denso
- vellutato
- ricco di sapore

Si tratta di un elemento tipico delle ricette antiche delle contrade custonacesi.

Le busiate: la pasta fatta a mano delle famiglie di Custonaci

Le busiate sono la pasta tradizionale del territorio trapanese.
Vengono realizzate arrotolando l’impasto sul buso, un ferro sottile che crea la tipica forma a spirale.

A Custonaci erano preparate:

- durante la Pasqua
- nelle domeniche importanti
- nelle feste religiose
- in occasione di grandi riunioni familiari
La loro superficie ruvida permette di trattenere perfettamente i sughi corposi, come lo stufato pasqualoro.

Lo stufato tradizionale: una ricetta di campagna

Il condimento viene cotto lentamente per ore, secondo le tecniche tradizionali delle cucine rurali.
Ingredienti principali:

- salsiccia pasqualora
- cotenna di maiale
- cipolla rossa
- pomodoro fresco o passata
- vino rosso del territorio
- finocchietto selvatico
- alloro
- olio extravergine delle campagne di Custonaci

La lunga cottura permette di ottenere un sugo ricco, aromatico e intensamente saporito.

Quando si preparava questo piatto

Le busiate con stufato di salsiccia pasqualora e cotenna erano un piatto tipico:
- del periodo di Pasqua
- delle feste delle contrade
- delle celebrazioni religiose
- delle riunioni nelle masserie
- dei pranzi dopo i lavori agricoli più impegnativi
Era considerato un piatto speciale, riservato alle giornate più importanti.

Un piatto simbolo di Custonaci

Questa preparazione rappresenta l’essenza della cucina tradizionale del borgo:
la pasta fatta a mano, gli aromi delle erbe spontanee, il valore della condivisione familiare e i sapori intensi della cucina contadina.
Ancora oggi il piatto è apprezzato nelle case delle famiglie locali e in alcune trattorie che custodiscono le ricette della tradizione.


9- Olio e vino di Custonaci

Le eccellenze del territorio raccontate da TDS Transfer

La provincia di Trapani e, in particolare, l’area di Custonaci, sono da secoli terre ricche di tradizioni agricole legate alla produzione di olio extravergine d’oliva e vini di alta qualità. Due prodotti simbolo della cultura enogastronomica siciliana, oggi sempre più ricercati dai viaggiatori che vogliono scoprire il territorio attraverso sapori autentici e produzioni locali.

Grazie ai servizi TDS Transfer, è possibile raggiungere frantoi, cantine e aziende agricole della zona in modo comodo, sicuro e personalizzato.

 

OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA DI CUSTONACI

Le cultivar del territorio

L’olio extravergine della provincia di Trapani è famoso per la qualità e per l’utilizzo di varietà autoctone come:

- Nocellara del Belice
- Cerasuola
- Biancolilla

Queste olive, coltivate tra mare e colline, generano un olio dal carattere unico:

- colore verde con riflessi dorati
- profumo di erba fresca e pomodoro verde
- gusto fruttato medio-intenso
- note finali leggermente amare e piccanti

 

Un prodotto di grande valore

L’olio di questa zona è spesso certificato con marchi di qualità come DOP o Biologico, e molti frantoi utilizzano metodi tradizionali come:

- raccolta manuale
- molitura a freddo
- filiera corta

Si tratta di un olio ideale per cucina mediterranea, piatti di pesce, verdure e specialità locali.

Per i visitatori, rappresenta una delle esperienze gastronomiche più autentiche della Sicilia occidentale.


VINI DI CUSTONACI, ERICE E PROVINCIA DI TRAPANI

Un territorio perfetto per la viticoltura
Le colline tra Custonaci, Erice e Valderice ospitano vigneti esposti ai venti marini che conferiscono ai vini una piacevole mineralità e una grande freschezza.

La zona rientra anche nelle denominazioni pregiate come la DOC Erice.

Vitigni principali:

- Catarratto (per bianchi freschi e profumati)
- Grillo
- Inzolia
- Frappato
- Nero d’Avola

I vini bianchi sono perfetti con pesce e piatti tipici della costa, mentre i rossi si abbinano a formaggi, carni e prodotti delle aree interne.


Le cantine del territorio

Nella zona si trovano cantine storiche e aziende familiari che offrono:

- degustazioni

- visite ai vigneti

- percorsi guidati sulla produzione del vino

Un’occasione perfetta per chi vuole vivere un’esperienza enoturistica durante il proprio soggiorno in Sicilia.


TDS TRANSFER: COME RAGGIUNGERE FRANTOI E CANTINE

TDS Transfer offre collegamenti comodi da:

- Aeroporto di Palermo
- Aeroporto di Trapani
- San Vito Lo Capo
- Custonaci
- Trapani ed Erice

È possibile prenotare:

- tour personalizzati dedicati a olio e vino
- transfer privati per visite in cantina
- navette su richiesta

Perfetto per coppie, famiglie, piccoli gruppi o turisti che non vogliono usare l’auto.

 

Perché l’olio e il vino di Trapani e Custonaci sono così speciali?

- territorio ricco di minerali
- clima perfetto tra mare e montagna
- tradizioni agricole secolari
- aziende a conduzione familiare
- prodotti naturali e autentici

Sono elementi che rendono queste eccellenze veri ambasciatori della Sicilia nel mondo.

 


10- Miele e prodotti del territorio

Miele di Custonaci

Le eccellenze dell’apicoltura nella Sicilia occidentale
Custonaci, nel cuore della provincia di Trapani, è una delle zone più vocate della Sicilia per la produzione di miele artigianale di alta qualità.

Qui l’apicoltura è praticata da piccole aziende familiari e apicoltori locali che lavorano in modo naturale, rispettando i cicli delle api e l’ambiente mediterraneo.

Il territorio, caratterizzato da macchia mediterranea, uliveti, agrumeti e vegetazione spontanea, offre alle api una grande varietà di fiori, dando vita a mieli profumati, aromatici e riconosciuti per la loro purezza.

Tipologie di miele prodotte a Custonaci

Grazie alla diversità botanica del territorio, a Custonaci si producono diversi tipi di miele, tra cui:

Miele di Sulla
Molto diffuso in Sicilia occidentale.

Caratteristiche:
- colore chiaro
- aroma delicato
- sapore leggero e vellutato
- Ideale per bambini e tisane.


Miele di Zagara
Proveniente dai fiori degli agrumi.

Caratteristiche:
- profumo intenso
- note floreali fresche
- gusto dolce e leggermente agrumato
- perfetto per dolci, yogurt e formaggi freschi.

Miele di Eucalipto
Tipico delle zone costiere.

Caratteristiche:
- aroma balsamico
- gusto deciso
- Ottimo per gola e vie respiratorie.

Miele di Millefiori
Il più rappresentativo della zona di Custonaci.

Caratteristiche:
- sapore variabile a seconda delle fioriture
- ricco di minerali
- profumo complesso


È il miele che meglio esprime la biodiversità del territorio.
Un territorio perfetto per le api
Le caratteristiche ambientali di Custonaci rendono il miele locale particolarmente pregiato:

Clima di Custonaci secco e ventilato, vicinanza al mare, assenza di grandi aree industriali, vasta presenza di piante spontanee, bassissimo impatto di inquinamento.

Gli apicoltori lavorano spesso con tecniche artigianali, senza utilizzo di sostanze chimiche, garantendo un prodotto naturale, puro e ricco di proprietà benefiche.

Perché il miele di Custonaci è speciale?

- raccolto a freddo
- lavorazione non industriale
- alti standard di qualità
- sapori autentici
- forte legame con la tradizione agricola locale

È un prodotto perfetto per chi visita la zona e vuole portare con sé un vero sapore siciliano.


Come raggiungere produttori e apicoltori con TDS Transfer

Molti apicoltori della zona offrono:
visite didattiche
degustazioni
mini-tour tra arnie e fioriture
vendita diretta del miele artigianale
TDS Transfer permette di raggiungere comodamente le aziende agricole di Custonaci e dintorni grazie a:

- transfer privati
- tour su misura
- navette anche da Palermo e Trapani
- collegamenti da San Vito Lo Capo

Perfetto per turisti, famiglie e gruppi che vogliono scoprire l’enogastronomia locale senza stress.

 

 

11- Arancine di Custonaci: storia, tradizione e sapori autentici della Sicilia occidentale

 

Le arancine di Custonaci rappresentano uno dei simboli gastronomici più apprezzati della Sicilia occidentale. Questo celebre street food nasce da una tradizione antichissima e oggi continua a raccontare l’identità culinaria del territorio, unendo ingredienti genuini, tecniche artigianali e ricette tramandate nelle famiglie del borgo.

Origini dell’arancina nella tradizione siciliana

Le origini dell’arancina risalgono al periodo della dominazione araba in Sicilia (IX–XI secolo) quando il riso venne introdotto nell’isola e veniva preparato in piccole sfere aromatizzate con spezie. Nel corso del tempo, la ricetta è stata arricchita con ingredienti locali, trasformandosi nella tipica arancina tonda, caratteristica della Sicilia occidentale e dunque anche del territorio custonacese.

Questa forma tondeggiante richiama un’arancia, da cui il nome “arancina”, e rappresenta uno dei simboli più immediati dello street food siciliano.

L’arancina a Custonaci: caratteristiche e identità locale

Le arancine di Custonaci sono apprezzate per la loro croccantezza esterna, il cuore morbido e l’utilizzo di ingredienti del territorio. La tradizione gastronomica locale, influenzata sia dal mondo rurale sia da quello marinaro, rende queste arancine uniche nel loro genere.

Caratteristiche principali

- Riso di qualità, mantecato con brodo e zafferano
- Frittura dorata e croccante, ottenuta con tecnica artigianale
- Ripieni genuini, legati alla cucina casalinga custonacese
- Utilizzo di prodotti locali, come provola, salsiccia, ricotta e pesce fresco

I ripieni più diffusi a Custonaci

Arancina al ragù

La versione più tradizionale, con ragù leggero, piselli e pomodoro, secondo ricetta tipica della Sicilia occidentale.

Arancina al burro

Con prosciutto, mozzarella e besciamella, perfetta per chi ama un sapore cremoso.

Arancina con salsiccia e provola

Una delle varianti più identitarie di Custonaci, che valorizza la produzione locale di carne e formaggi.

Arancina di pesce

Protagonista nelle zone vicine al mare: tonno, triglia o pesce del giorno, ispirata alla tradizione marinara di Cornino e Cofano.

Ricette stagionali

In alcuni periodi dell’anno è possibile trovare arancine ai ricci di mare o ai funghi del Monte Sparagio.

Quando gustare le arancine a Custonaci

Le arancine fanno parte della vita quotidiana di Custonaci e si trovano:

- nei bar e rosticcerie del centro e del territorio,

- nelle panetterie artigianali,

- nei locali sul lungomare di Cornino,

- durante feste, sagre ed eventi popolari.

Sono perfette per una pausa durante un’escursione a Monte Cofano, un pomeriggio al mare o una visita alla Grotta Mangiapane.

Perché provare le arancine a Custonaci

Gustare un’arancina a Custonaci significa vivere un’esperienza gastronomica autentica.
Chi arriva con TDS Transfer può scoprire:

- l’unione tra cucina rurale e marinara

- -ricette tramandate nelle famiglie locali

- ingredienti freschi del territorio

- sapori intensi e genuini

- la vera identità della Sicilia occidentale

 

 12- Babbaluci cu l'agghia e crastuna ca muddica (chiocciole)

Babbaluci cu l’Agghiai: storia, significato e ricetta tradizionale di Custonaci

I babbaluci cu l’agghiai sono uno dei piatti più rappresentativi della tradizione gastronomica siciliana e un simbolo della cucina autentica di Custonaci, borgo del trapanese ricco di cultura, riti e sapori legati alla terra. Questa specialità, gustosa e profondamente radicata nella storia locale, continua ad attirare visitatori e appassionati di cucina tipica.

Origine e storia dei babbaluci cu l’agghiai

I babbaluci, chiocciole di terra, venivano raccolti dopo le prime piogge estive dai contadini custonacesi. Considerati un alimento “povero” ma nutriente, rappresentavano una risorsa importante per le famiglie.
A Custonaci questo piatto è da sempre associato alle feste popolari, ai momenti di convivialità e alle tradizioni contadine che celebrano il legame profondo con la natura.

Il valore culturale

L’aglio —agghia— aveva un significato simbolico: protezione, salute e purificazione. In molte famiglie il piatto veniva preparato durante ricorrenze e raduni, diventando un vero rituale di condivisione.
I babbaluci cu l’agghia non sono solo un cibo tipico: sono un tratto identitario della gastronomia del trapanese e di Custonaci, un ponte tra passato e presente.

Ingredienti dei Babbaluci cu l’agghiai (ricetta tradizionale di Custonaci)

- 1 kg di babbaluci (chiocciole)
- 6–8 spicchi d’aglio
- Prezzemolo fresco tritato
- Olio extravergine d’oliva
- Sale
- Pepe o peperoncino (facoltativo)
- Foglia di alloro (opzionale)

Preparazione

1. Spurgatura

Lasciare spurgare i babbaluci per 24 ore in un colapasta coperto. Lavare più volte fino a ottenere acqua limpida.

2. Cottura iniziale

Mettere i babbaluci in una pentola con acqua fredda per farli uscire dal guscio. Aumentare lentamente la temperatura fino all’inizio dell’ebollizione.

3. Bollitura

Aggiungere sale e una foglia di alloro. Cuocere per circa 20–25 minuti e scolare.

4. Preparazione dell’agghia

Mescolare olio extravergine d’oliva, aglio tritato, prezzemolo e (se gradito) pepe o peperoncino.

5. Condimento finale

Saltare i babbaluci nel condimento o mescolarli in una ciotola capiente. Far riposare 10 minuti prima di servire.

Come gustarli secondo la tradizione di Custonaci

I babbaluci cu l’agghiai si mangiano:

- con uno stuzzicadenti,
- oppure direttamente dal guscio, come vuole l’autentica usanza siciliana.

Il gusto deciso dell’aglio, l’aroma del prezzemolo e la delicatezza della lumachina creano un equilibrio perfetto per gli amanti dei sapori antichi e genuini.

Perché assaggiare i babbaluci a Custonaci

Scegliere Custonaci per provare questo piatto significa immergersi nelle tradizioni locali, nei profumi della cucina tipica e nelle ricette tramandate da generazioni. I babbaluci cu l’agghiai sono una delle esperienze gastronomiche più autentiche del territorio trapanese, un must per chi desidera conoscere la vera Sicilia.

Crastuna ca muddica

Crastuna ca muddica (chiocciole con la mollica) di Custonaci: storia, ricetta e tradizione

I crastuna ca muddica, piatto tipico di Custonaci, sono uno dei simboli della cucina contadina siciliana. Questa ricetta, semplice ma ricca di sapore, racconta la storia delle famiglie custonacesi, la vita nelle campagne trapanesi e le tradizioni gastronomiche legate alle feste e alla convivialità.

Origine e storia della ricetta

La muddica (pangrattato tostato) sostituiva il formaggio nelle famiglie contadine, arricchendo il piatto e aggiungendo croccantezza.
L’agghia (condimento a base di aglio, prezzemolo e olio) non solo dà sapore, ma simboleggia protezione e salute nella tradizione popolare.

Ingredienti tipici

- 1 kg di chiocciole (babbaluci o crastuna) pulite
- 6–8 spicchi d’aglio tritati
- Prezzemolo fresco tritato
- Olio extravergine d’oliva
- Sale
- Pepe o peperoncino (facoltativo)
- Pangrattato tostato (“muddica”)
- (Facoltativo) foglia di alloro per la cottura

Preparazione tradizionale

Spurgatura delle chiocciole

Lasciarle in un colapasta coperte per 24 ore, cambiando l’acqua più volte, fino a ottenere acqua limpida.

Cottura delle chiocciole

Lessarle in acqua fredda, portandole lentamente a ebollizione, fino a quando escono dal guscio. Aggiungere sale e foglia di alloro.

Preparazione dell’agghia

In una padella, scaldare olio extravergine, aglio tritato, prezzemolo e, se desiderato, pepe o peperoncino.

Unire le chiocciole

Saltare le chiocciole nell’agghiai o mescolarle in una ciotola capiente.

Aggiungere la mollica

Tostare la mollica in padella con un filo d’olio fino a doratura, quindi unirla alle chiocciole. Mescolare bene e lasciare riposare 10 minuti prima di servire.

 

 

I 10 dolci della tradizione di Custonaci da provare assolutamente 

 

I dolci di Custonaci: sapori, emozioni e memoria di un borgo

Custonaci non è soltanto un luogo da visitare: è un’esperienza che si vive anche attraverso i suoi profumi, le sue tradizioni e soprattutto i suoi dolci. In questo borgo tra monte e mare, ogni ricetta racconta una storia, ogni ingrediente custodisce un significato, e ogni morso è un tuffo nella memoria di un popolo che non ha mai smesso di tramandare le proprie radici.

Un patrimonio di gusto che profuma di casa

I dolci antichi di Custonaci nascono nelle cucine delle famiglie, quando il tempo sembrava scorrere più lentamente e le festività erano attese proprio per i loro sapori speciali. Qui lo zucchero, la ricotta, la scorza d’arancia, il miele e le mandorle non sono semplici ingredienti: sono simboli di festa, abbondanza, devozione e cura.

I dolci antichi di Custonaci raccontano secoli di tradizioni familiari e arte dolciaria tramandata di generazione in generazione. Ogni ricetta nasce dall’incontro tra ingredienti semplici e autentici — mandorle, miele, ricotta, cannella, scorze di agrumi — e la creatività delle donne custonacesi che, un tempo, preparavano questi dolci per le feste religiose e le occasioni speciali.

Il fatto che molti di questi dolci siano legati a momenti di festa (Natale, ricorrenze religiose) rafforza il legame tra gastronomia locale e vita comunitari.

 

1- Biscotti di fico "buccellati" e di mandorla (viscotta ri ficu e di mennula)

Biscotti di fico “buccellati” di Custonaci: storia e tradizione

I biscotti di fico buccellati di Custonaci rappresentano uno dei dolci più antichi e identitari della tradizione gastronomica siciliana. Si tratta di biscotti ripieni di fichi secchi e ingredienti locali, preparati secondo ricette tramandate da generazioni nelle famiglie custonacesi. Sono dolci che raccontano la storia rurale del territorio e fanno parte delle tradizioni natalizie e delle feste popolari di Custonaci.

Origini dei biscotti di fico a Custonaci

La tradizione dei biscotti ripieni ai fichi nasce nel mondo contadino siciliano, dove i fichi venivano essiccati al sole per essere consumati durante l’inverno.
A Custonaci questa usanza si è trasformata in un vero patrimonio gastronomico: le famiglie preparavano i “viscotta ri ficu” in occasione del Natale, delle celebrazioni religiose e dei grandi momenti di festa.
L’aggiunta delle decorazioni — piccoli tagli, incisioni e forme artistiche — ha dato origine alla variante chiamata “buccellati”, termine che richiama i biscotti finemente intagliati e lavorati con maestria.

Caratteristiche dei biscotti di fico "buccellati"

I biscotti di fico di Custonaci si distinguono per:

- Impasto morbido e profumato, realizzato con farina, zucchero, strutto o olio, uova e lievito.
- Ripieno ricco e aromatico, composto da fichi secchi tritati, mandorle, miele, scorze di arancia o limone, cannella e a volte cacao o cioccolato.
- Decorazioni tradizionali, con incisioni e tagli che rendono ogni biscotto unico.
- Colori e profumi tipici, grazie all’uso di agrumi locali e ingredienti della tradizione siciliana.

Il ripieno riflette i sapori autentici del territorio e richiama la cucina dolce delle famiglie custonacesi.

Quando si preparano e come si gustano

A Custonaci i biscotti di fico sono tradizionalmente preparati:

- durante il periodo natalizio,
- in occasione di feste religiose e sagre,
- come dono per familiari, amici e vicini.

Oggi sono disponibili tutto l’anno in panifici e pasticcerie del territorio, diventando un dolce ideale per colazione, merenda o come fine pasto accompagnato da un vino dolce locale.
Sono anche tra i prodotti tipici più apprezzati dai visitatori che desiderano portare a casa un souvenir gastronomico autentico.

I viscotta ri mennula

La loro caratteristica principale è il cuore di pasta di mandorla che li rende morbidi all’interno e leggermente croccanti all’esterno, profumati di scorza d’arancia o limone e spesso decorati con zucchero a velo.

Ingredienti per circa 20 biscotti

Per la pasta frolla
- 300 g di farina 00
- 100 g di zucchero
- 150 g di burro freddo a cubetti
- 1 uovo intero + 1 tuorlo
- Scorza grattugiata di 1 limone o arancia
- 1 pizzico di sale

Per il ripieno di mandorle

- 200 g di mandorle dolci pelate
- 150 g di zucchero
- 1 albume d’uovo
- Scorza grattugiata di limone o arancia
- 1 cucchiaio di liquore tipico siciliano (facoltativo, es. Marsala o Strega)

Per la decorazione

- Zucchero a velo q.b.
- Procedimento

 Preparare la pasta frolla

Mescolare farina e sale.
Aggiungere il burro freddo a cubetti e lavorare velocemente con le dita fino a ottenere un impasto sabbioso.
Unire zucchero, uova e scorza di agrume. Impastare fino a ottenere un panetto liscio.
Avvolgere nella pellicola e far riposare in frigo almeno 30 minuti.

 Preparare il ripieno di mandorle
Tritare finemente le mandorle con zucchero e scorza di agrume.
Aggiungere l’albume e il liquore, amalgamando fino a ottenere un composto omogeneo.

 Formare i biscotti
Stendere la pasta frolla a uno spessore di circa 3–4 mm.
Ritagliare dei cerchi o rettangoli.
Mettere al centro una piccola quantità di ripieno di mandorle.
Chiudere i biscotti a metà, sigillando bene i bordi.
 Cottura
Disporre i biscotti su una teglia foderata di carta forno.
Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 15–20 minuti, fino a doratura leggera.
 Decorazione
Una volta freddi, spolverare i biscotti con zucchero a velo.

 

2- Cannoli siciliani (cannola)

Cannolo di Custonaci: storia, tradizione e sapori autentici della Sicilia occidentale

Il cannolo di Custonaci è uno dei dolci più rappresentativi della tradizione siciliana, reinterpretato nel territorio custonacese con ingredienti genuini e metodi artigianali tramandati da generazioni. La sua frollatura croccante, il profumo intenso della ricotta e la cura nella preparazione lo rendono un simbolo dell’identità gastronomica del territorio, apprezzato da residenti e visitatori.

Origini del cannolo nella tradizione siciliana

Il cannolo ha radici antichissime: secondo la tradizione, risale al periodo arabo e normanno, quando la ricotta e i dolci fritti iniziarono a diffondersi in tutta l’isola.
Nel Medioevo era preparato nei conventi, nelle masserie e nelle feste popolari come dolce della gioia e dell’abbondanza.

Con il tempo il cannolo è diventato il “re” dei dolci siciliani, differenziandosi da zona a zona. Nell’area di Trapani e nel territorio di Custonaci la ricetta ha assunto caratteristiche precise, legate alle tradizioni pastorali e ai prodotti locali.

Il cannolo di Custonaci: caratteristiche e identità locale

Il cannolo di Custonaci si distingue per alcuni elementi che lo rendono diverso dalle altre versioni siciliane:

-  La scorza croccante

Preparata con farina, vino o aceto, zucchero, strutto e una leggera nota di cacao o cannella.
La scorza viene stesa a mano, arrotolata sul cilindro e fritta lentamente per ottenere una consistenza leggera e croccante, tipica della pasticceria casalinga custonacese.

-  La ricotta locale

La zona di Custonaci è famosa per la sua produzione casearia.
Il ripieno del cannolo viene spesso preparato con ricotta fresca di pecora, setacciata e lavorata con zucchero, scorza di limone e vaniglia.
Il risultato è una crema più genuina e profumata, meno elaborata e più autentica rispetto ad altre varianti.

-  Decorazioni tradizionali

A seconda delle famiglie e delle pasticcerie, il cannolo può essere arricchito con:
- granella di pistacchio
- scorzette d’arancia
- gocce di cioccolato
- zucchero a velo

La tradizione custonacese tende verso uno stile più semplice e fedele all'origine, privilegiando la qualità della ricotta e la freschezza del dolce.

Storia del cannolo a Custonaci

A Custonaci il cannolo è legato alla vita rurale e alle celebrazioni religiose. Veniva preparato:

- durante il periodo di Carnevale,
- nelle feste della Madonna di Custonaci,
- nelle celebrazioni familiari come matrimoni, battesimi e ricorrenze,
- nelle merende domenicali delle campagne custonacese.

Ogni famiglia custodiva una propria ricetta: quantità di zucchero, aromi, metodo di setacciatura della ricotta e tecnica di frittura della scorza.
Questo ha creato varianti diverse all’interno dello stesso territorio, tutte accomunate da un forte legame con la cultura pastorale locale.

Come gustarlo oggi

Oggi il cannolo di Custonaci si può trovare in:
- pasticcerie artigianali del centro,
- panifici storici,
- locali sul lungomare di Cornino,
- agriturismi e masserie della zona,
- eventi enogastronomici e feste popolari.

Il modo migliore per apprezzarlo è riempito al momento, per mantenere la scorza croccante e il ripieno fresco.

Perché il cannolo di Custonaci è speciale

- Usa ricotta di pecora locale, più fresca e aromatica.
- Le scorze vengono fritte a mano, come da tradizione familiare.
- Il gusto è più autentico e rustico, fedele alle origini contadine.
- È un dolce che racconta la storia del territorio, dalle masserie ai conventi, fino alle pasticcerie moderne.
- È parte integrante dell’esperienza gastronomica che i visitatori vivono arrivando con TDS Transfer.

 

3- Cassatelle fritte (cassateddi)

Cassatelle fritte di Custonaci: storia, tradizione e sapori autentici della Sicilia occidentale

Le cassatelle fritte di Custonaci sono uno dei dolci più iconici della tradizione siciliana occidentale. Morbide, profumate e ripiene di ricotta fresca, rappresentano un simbolo della cucina casalinga del territorio, legato alle feste, ai momenti di condivisione e alla cultura rurale che caratterizza Custonaci e l’agro ericino.

Origini delle cassatelle fritte

Le cassatelle affondano le loro radici nella tradizione contadina del territorio. Un tempo venivano preparate dalle famiglie durante:

- la Settimana Santa,
- le feste di primavera,
- le ricorrenze familiari,
- le giornate di lavoro nelle campagne,
- i momenti di ospitalità verso parenti e vicini.

Il dolce nasce dalla disponibilità di ingredienti semplici e locali: farina, uova, agrumi, ricotta fresca di pecora e olio per friggere. Con il tempo, la ricetta è diventata un patrimonio gastronomico del territorio, passando di generazione in generazione.

Cosa sono le cassatelle fritte

Le cassatelle sono dolci fritti a mezzaluna, simili nella forma a un grande raviolo ripieno.
La loro particolarità è l’equilibrio perfetto tra:

- croccantezza esterna,
- morbidezza dell’impasto,
- dolcezza naturale della ricotta,
- profumo di agrumi tipico della Sicilia occidentale.

Caratteristiche principali

 La pasta
La pasta delle cassatelle è preparata con:
- farina locale
- zucchero
- strutto o olio
- uova
- scorza di limone o arancia

La sfoglia viene stesa sottilmente e ritagliata in semicerchi che verranno poi farciti.

 Il ripieno

Il cuore della cassatella è una crema a base di:
- ricotta di pecora freschissima,
- zucchero,
- cannella,
- scorza di limone,
- a volte gocce di cioccolato o scaglie di fondente.

La ricotta di Custonaci, proveniente dalle masserie locali, regala al dolce un sapore ricco, cremoso e inconfondibile.

La frittura

Le cassatelle vengono fritte in olio caldo fino a ottenere:

- superficie dorata,
- impasto gonfio e fragrante,
- bordo croccante,
- interno morbido e profumato.

Vengono servite calde o tiepide, spolverate di zucchero semolato o zucchero a velo.

Perché sono speciali a Custonaci

Le cassatelle fritte di Custonaci sono uniche per diversi motivi:

- ricotta di alta qualità, grazie alla forte tradizione pastorale della zona;
- ricetta artigianale tramandata nelle famiglie custonacesi;
- uso di agrumi locali che donano profumo e freschezza;
- frittura eseguita secondo tecniche tradizionali;
- forte legame con le tradizioni religiose e popolari del territorio.

Sono dolci che richiamano i sapori di una volta, preparati con ingredienti poveri ma ricchi di identità.

Quando e dove gustarle

Le cassatelle fritte si possono trovare:

- nei panifici di Custonaci,
- nelle pasticcerie artigianali del borgo,
-in agriturismi e masserie della zona,
- durante sagre e feste popolari,
- in alcune trattorie tradizionali della costa di Cornino.

Chi arriva con TDS Transfer può includere una degustazione di cassatelle all’interno di un itinerario gastronomico dedicato ai dolci tipici della zona.

 

4- Sfince (spinci)

Le sfinge di Custonaci: storia, tradizione e sapori della Sicilia occidentale

Le sfinge di Custonaci sono un dolce antico e profondamente radicato nella cultura gastronomica siciliana occidentale. Sono frittelle morbide fatte con patate, farina, semi di anice, scorza di agrumi, lievito e altri ingredienti umili, fritte e poi cosparse di zucchero e cannella

Origini delle sfinge

La sfingia  ha origini molto antiche. Il nome e la ricetta richiamano l’influenza araba in Sicilia: si pensa che derivi dal termine arabo “isfang”, che significa “spugna”, un riferimento alla sua consistenza morbida e porosa.

L'impasto viene lasciato lievitare a lungo, fino a ottenere una consistenza molto morbida e spumosa.

Durante i secoli, il dolce è stato adottato dalle comunità rurali dell’agro ericino e del territorio di Custonaci, diventando un simbolo di:

- abbondanza,
- festa,
- tradizione familiare,
- condivisione.

Nelle famiglie di Custonaci veniva preparata soprattutto in occasione di celebrazioni religiose e ricorrenze, mantenendo un legame profondo con le tradizioni popolari. L’usanza di prepararle durante la festa dell’Immacolata è ben radicata nella tradizione locale.

La sfingia di Custonaci

Negli ultimi decenni è nata una vera e propria festa dedicata a questo dolce: la Spincia Fest, a Custonaci, che celebra il dolce come simbolo culturale e gastronomico.

Chi arriva con TDS Transfer può inserire la degustazione della sfinge all’interno di un percorso gastronomico dedicato ai dolci tipici del territorio.

Perché la sfingia di Custonaci è speciale

- La frittura è fatta a mano, seguendo tecniche antiche.
- Mantiene un legame fortissimo con la cultura familiare e religiosa del territorio.
- È un dolce semplice ma profondamente identitario.

 

 5-  Frutta martorana (matturana)

Frutta martorana: storia, tradizione e significato della dolce arte siciliana

La frutta martorana è uno dei dolci più celebri e affascinanti della tradizione siciliana. Conosciuta per la sua forma realistica e i colori vivaci che imitano la frutta fresca, la martorana rappresenta un capolavoro di artigianato dolciario e un simbolo culturale radicato nella storia dell’isola.

Origini della frutta martorana

La frutta martorana nasce a Palermo nel Medioevo, all’interno del Monastero benedettino della Martorana, da cui il nome.
Secondo la tradizione, le monache preparavano questi dolci modellando una pasta a base di mandorle e zucchero per decorare il giardino del convento in occasione di una visita ecclesiastica nel periodo autunnale.
Poiché gli alberi in quel periodo erano ancora spogli, le suore crearono frutti perfetti e colorati, così realistici da sembrare veri.

Con il tempo, la ricetta si diffuse in tutta la Sicilia, assumendo un forte legame con le festività religiose e diventando un prodotto tipico amato dall’intera popolazione.

Cos’è la frutta martorana

La frutta martorana è un dolce realizzato con pasta di mandorle, detta anche pasta reale, modellata e decorata a mano per imitare:

- arance
- limoni
- mandarini
- pere
- fichi
- melograni
- melanzane
- peperoncini
- verdure e altre forme creative

Ingredienti principali

- farina di mandorle siciliane
- zucchero
- acqua
- coloranti naturali
- a volte essenze agli agrumi

L’impasto viene modellato a mano o tramite stampi tradizionali, poi colorato con tecniche artigianali che richiedono precisione e pazienza.

Tradizione della frutta martorana in Sicilia

La frutta martorana è legata soprattutto alla festa dei Morti (2 novembre).
In Sicilia, i bambini trovavano questo dolce all’interno dei cesti preparati dai familiari per ricordare le persone care scomparse.
Oggi viene consumata anche durante:

- feste popolari
- fiere gastronomiche
- ricorrenze religiose
- eventi culturali
- periodi turistici

La frutta martorana è considerata un simbolo di abbondanza, dolcezza e memoria.

Perché è speciale

La frutta martorana si distingue per:

- artigianalità unica, frutto di mani esperte
- materie prime di alta qualità, soprattutto le mandorle siciliane
- colori vivaci e realistici
- gusto equilibrato tra dolcezza e aroma di mandorla
- forte valore culturale e simbolico

Ogni pezzo è un piccolo capolavoro, perfetto come souvenir gastronomico per chi visita la Sicilia e i suoi borghi.

Frutta martorana a Custonaci

A Custonaci la frutta martorana viene preparata da:

- pasticcerie artigianali,
- panifici storici,
- laboratori dolciari legati alla tradizione siciliana occidentale.

Spesso è presente nelle tavole delle famiglie durante novembre, Natale e le feste tradizionali della zona.
Acquistarla a Custonaci significa portare a casa un pezzo autentico della cultura siciliana, preparato con metodi tradizionali e ingredienti locali.

 

6- Pignolata (pignulata)

Pignolata di Custonaci: storia, tradizione e sapori della Sicilia occidentale

La pignolata di Custonaci è un dolce antico e caratteristico della tradizione siciliana occidentale, diffuso soprattutto nelle zone rurali dell’agro ericino. Dolce da festa, semplice ma ricco di gusto, la pignolata rappresenta uno dei simboli della pasticceria casalinga, tramandato di generazione in generazione nelle famiglie custonaces.

Origini della pignolata

La pignolata ha radici popolari molto antiche, legate alla cultura contadina.
In Sicilia occidentale veniva preparata nei periodi di festa, in particolare:

- durante il Carnevale,
- nelle festività di fine inverno,
- in occasione di ricorrenze familiari,
- nelle celebrazioni religiose di paese.

Il nome “pignolata” richiama la forma del dolce: piccole palline di pasta fritta che ricordano dei pinoli o una piccola pigna, unite insieme dal miele caldo o dallo zucchero caramellato.
Cos’è la pignolata di Custonaci
La pignolata è composta da tante piccole sfere di impasto dolce, fritte e poi ricoperte di miele o di glassa zuccherata.
Ingredienti principali

- farina
- uova
- zucchero
- strutto o olio
- lievito
- scorza di limone o arancia

Le palline vengono fritte finché diventano dorate e croccanti, poi raccolte in una piramide o in piccoli mucchietti, legati tra loro da:

- miele caldo, spesso aromatizzato agli agrumi, oppure
- zucchero caramellato.

Spesso la pignolata viene decorata con:

- codette colorate,
- scorze di agrumi,
- mandorle tritate.

Tradizione della pignolata a Custonaci

A Custonaci la pignolata è considerata un dolce della festa, preparato soprattutto in casa.
Ogni famiglia custodisce la propria ricetta, diversa nei dettagli ma identica nello spirito: semplicità, convivialità e sapore genuino.

Era tipica delle grandi tavolate contadine dopo il lavoro nei campi e veniva realizzata anche per celebrare:

- la festa di San Giuseppe,
- le feste patronali,
- i pranzi domenicali dei mesi invernali.

La pignolata veniva portata come dono nelle case di amici e familiari, simbolo di abbondanza e buon auspicio.

Perché la pignolata di Custonaci è speciale

La versione di Custonaci mantiene una forte identità:

- uso di ingredienti locali semplici e genuini,
- impasto lavorato a mano,
- frittura casalinga come da tradizione,
- miele aromatizzato con gli agrumi del territorio,
- forma rustica e autentica, fedele alla tradizione rurale.

Il sapore è dolce, avvolgente e ricco di profumi mediterranei.

Dove gustarla a Custonaci

Oggi la pignolata si può trovare:

- in panifici artigianali del centro,
- nelle pasticcerie tradizionali,
- nelle masserie e agriturismi,
- durante fiere, sagre e feste di paese,
- nelle case delle famiglie locali, che la preparano soprattutto nei mesi festivi.

I visitatori che arrivano con TDS Transfer possono includere la degustazione della pignolata in un tour gastronomico tra dolci, tradizioni e prodotti tipici di Custonaci.

 

7- Granita e brioche col tuppo

Granita siciliana e brioscia cu tuppu: storia, tradizioni e identità della Sicilia

La granita siciliana con brioche col tuppo è uno dei simboli più autentici e amati della cultura gastronomica dell’isola. Non è un semplice dolce o una colazione: è un rituale quotidiano, un momento di convivialità, un pezzo di storia che racconta il legame profondo tra i siciliani, il territorio e le loro tradizioni.
Dalle città costiere come Trapani e Palermo, fino ai borghi come Custonaci, la granita con brioche rappresenta un’esperienza irrinunciabile per chi visita la Sicilia.

Origini della granita siciliana

La storia della granita affonda le radici nel Medioevo. Durante l’inverno, i nivaroli raccoglievano la neve delle montagne e la conservavano nelle antiche “niviere”. In estate la neve veniva grattata e mescolata con:

- agrumi locali,
- sciroppi,
- miele,
- acqua di rose o fiori d’arancio.

Da questa preparazione, chiamata originariamente “rattata”, nascerà la granita moderna, perfezionata tra il XVII e XVIII secolo grazie al “pozzetto”, un sistema che permetteva di mescolare il composto mentre si ghiacciava, ottenendo una consistenza più cremosa.

La Sicilia occidentale, ricca di agrumi, mandorle e frutta estiva, è diventata una delle regioni dove questa tradizione si è consolidata maggiormente, arrivando fino a Custonaci.

Cos’è la granita siciliana

La granita siciliana è una crema ghiacciata preparata con:
- acqua,
- zucchero,
- frutta fresca o ingredienti naturali.

A differenza delle granite “industriali” o dei ghiacci tritati, la granita siciliana è morbida, vellutata e cremosa, perché viene mescolata continuamente durante la fase di congelamento.

Gusti tradizionali più diffusi
- Limone (il più storico e simbolico)
- Mandorla
- Gelsi
- Pistacchio
- Fragola
- Caffè (spesso servita con panna)

Nella zona di Custonaci e della costa trapanese, i gusti più diffusi sono limone, mandorla e caffè, grazie alla qualità delle materie prime locali.

Origine della brioche cu tuppu

La brioche cu tuppu è la compagna inseparabile della granita.
Il nome deriva dal “tuppu”, la piccola cupola superiore che ricorda lo chignon delle donne siciliane di una volta.

La ricetta tradizionale prevede:

- farina morbida,
- burro o strutto,
- zucchero,
- latte,
- uova,
- aromi naturali di agrumi o vaniglia.

La brioche viene preparata per essere soffice, elastica e leggermente profumata, perfetta per essere immersa nella granita o usata per raccoglierla ad ogni morso.

In Sicilia occidentale, e anche a Custonaci, la brioche è un vero rituale: senza “tuppu”, non è considerata autentica.

Il rituale della colazione siciliana

La colazione tipica estiva in Sicilia – e anche a Custonaci – è composta da:

- granita fresca,
- brioche cu tuppu,
- a volte panna montata fresca.

I bar del centro, le pasticcerie artigianali e i locali del lungomare di Cornino servono questo abbinamento durante tutta l’estate, spesso anche come merenda pomeridiana.
Per i siciliani è un momento di:

- freschezza,
- socialità,
- tradizione familiare,
- identità culturale.

La granita e brioche a Custonaci

A Custonaci e nelle zone vicine (Cornino, Purgatorio, Baglio Messina), la tradizione della granita è molto sentita.
Grazie alla presenza di bar e gelaterie artigianali, i visitatori possono gustare granite preparate con:

- limoni locali,
- mandorle siciliane,
- frutta di stagione come gelsi e fragole.

La brioche cu tuppu accompagna sempre la granita, mantenendo viva una tradizione che unisce mare, estate e sapori genuini del territorio.

Perché è un simbolo della Sicilia

Granita e brioche rappresentano:

- la freschezza del territorio,
- la cultura degli agrumi e della frutta siciliana,
- un momento di incontro,
- il gusto autentico dell’isola,
- la dolcezza delle estati mediterranee.
È uno dei riti più amati dai viaggiatori e un’esperienza che chi arriva con TDS Transfer non dovrebbe perdere.

 

8- Cassata siciliana

Cassata siciliana: storia, tradizione e simbolo della pasticceria dell’isola

La cassata siciliana è uno dei dolci più antichi e rappresentativi della Sicilia. Ricca, colorata, scenografica e profondamente legata alla storia dell’isola, la cassata è un capolavoro di pasticceria che unisce secoli di influenze culturali: arabe, normanne, spagnole e locali.
Oggi è considerata un simbolo della Sicilia nel mondo ed è presente nelle tavole delle feste e delle grandi occasioni in tutta l’isola, compreso il territorio di Custonaci.

Origini antiche della cassata siciliana

La storia della cassata è strettamente legata al passato multiculturale dell’isola.

L’influenza araba

Nel IX secolo gli Arabi portarono in Sicilia:

- la canna da zucchero,
- le mandorle,
- gli agrumi,
- la tecnica della pasticceria raffinata


Da queste basi nacque una prima forma di dolce chiamata “qas’ah”, che indicava una ciotola rotonda nella quale veniva impastata la ricotta con zucchero e miele. Da questa preparazione derivò il nome cassata.

L’influenza normanna e conventuale
Nel Medioevo le monache dei conventi siciliani perfezionarono la ricetta introducendo:

- la pasta reale (pasta di mandorle),
- decorazioni più elaborate,
- primi rivestimenti colorati.

L’influenza spagnola

Nel periodo spagnolo arrivò il pan di Spagna, che sostituì le vecchie basi e rese il dolce più soffice e scenografico.

La cassata siciliana tradizionale

La cassata classica è un capolavoro di colori, profumi e ingredienti tipici del territorio.

Composizione tradizionale

- base di pan di Spagna,
- ricotta di pecora zuccherata e setacciata,
- gocce di cioccolato,
- pasta reale verde alle mandorle,
- glassa di zucchero,
- frutta candita colorata.

La frutta candita (arance, ciliegie, zucca, cedro) rappresenta uno degli elementi simbolici della cassata, eredità araba e segno di ricchezza e abbondanza.

Significato culturale

La cassata è considerata un dolce delle grandi feste.
Tradizionalmente veniva preparata per:

- Pasqua,
- matrimoni e lieti eventi,
- ricorrenze importanti,
- celebrazioni familiari.

Oggi è presente in tutte le pasticcerie siciliane durante tutto l’anno, ma resta un dolce fortemente legato alla festività pasquale.

Cassata siciliana a Custonaci

A Custonaci la cassata viene preparata:

- nelle pasticcerie artigianali,
- nei panifici tradizionali,
- nelle masserie e agriturismi,
- durante eventi e feste popolari.

Le versioni locali valorizzano gli ingredienti del territorio:

- ricotta fresca delle campagne di Custonaci,

- agrumi locali,

- mandorle della Sicilia occidentale.

La cassata di Custonaci tende a mantenere uno stile genuino e artigianale, con ricette tramandate da madre in figlia.

Perché la cassata è un’icona della Sicilia

- racconta secoli di storia e contaminazioni culturali,
- utilizza ingredienti tipici del territorio,
- è colorata, artistica e unica nel suo genere,
- rappresenta l’essenza della pasticceria siciliana,
- unisce estetica e gusto in un dolce ricco e celebrativo.

Per i visitatori che arrivano con TDS Transfer, la cassata è un assaggio imperdibile della tradizione dolciaria dell’isola.

 

9- La Graffa con ricotta

Origini territoriali della graffa con ricotta

Custonaci e il territorio trapanese

- La graffa con ricotta è radicata a Custonaci, piccolo borgo dell’entroterra trapanese, famoso per le sue tradizioni gastronomiche dolciarie.

- Le famiglie locali e i pasticceri artigiani preparavano questo dolce soprattutto in occasione di festività religiose, come Pasqua, Natale e le feste patronali, sfruttando ingredienti semplici: ricotta fresca locale, zucchero, farina, uova e aromi naturali (agrumi, cannella).

Tradizione conventuale e contadina

L’uso della ricotta fresca deriva dalle antiche tradizioni monastiche: i conventi siciliani erano famosi per la produzione di dolci a base di ricotta.
I contadini e le famiglie di Custonaci ripresero queste tecniche, adattandole agli ingredienti locali disponibili, creando così la versione “graffa con ricotta” come dolce popolare e festivo.

Legame con altri dolci siciliani

- La graffa con ricotta è affine ad altri dolci siciliani come:
  - Sfince di ricotta (tipiche di Palermo e Trapani)
  - Cassateddi o cassatelle (ripieni di ricotta dolce)
- La differenza principale è nella forma: la graffa è una ciambella o un dolce “ad anello”, mentre gli altri hanno forme diverse (triangoli, calzoni, palline).

Diffusione nella provincia di Trapani

- Anche se il dolce è oggi preparato in tutta la provincia, Custonaci è considerato uno dei centri principali di questa tradizione.
- Le pasticcerie locali hanno mantenuto la ricetta tradizionale, preservando sia l’uso della ricotta fresca che l’impasto morbido, tipico della graffa.

 

10- la Cuccìa e Santa Lucia - storia, legenda e tradizione 

Santa Lucia nacque a Siracusa intorno al 283, da una nobile famiglia e fu promessa sposa ad un pagano. Il padre morì quando lei era ancora piccola. Quando sua madre fu colpita da una gravissima malattia, Lucia si recò in pellegrinaggio a Catania, presso il sepolcro di S. Agata per chiedere la guarigione della madre. Davanti alla tomba di Agata, Lucia fece voto di donare tutti i suoi averi ai poveri e di non contrarre matrimonio per dedicare tutta la sua vita al Signore. Venne denunciata alle autorità come cristiana, sottoposta a torture e decapitata nell’anno 304.

La fama di santità di Lucia si diffuse da subito in tutte le comunità cristiane che cominciarono a venerarla come santa protettrice degli occhi, forse per il suo nome che significa “promessa di luce“.

La giovane martire Lucia ottenne subito un posto privilegiato anche nel cuore dei palermitani oltre che in quello dei siracusani che, ogni anno, il 13 di dicembre, in ricordo della liberazione del capoluogo siciliano dalla carestia del 1646, avvenuta grazie alla benevola intercessione di Lucia, non mangiano il pane e la pasta. Si racconta che nel porto di Palermo arrivò una nave carica di grano. La popolazione che per molti mesi aveva patito la fame, non aspettò di macinare il grano, ma lo bollì così com’era per sfamarsi subito, aggiungendo solo un filo d’olio, e così nacque la “cuccìa”.

Non mangiare pane e pasta in questo giorno, non deve far pensare come a una brutta penitenza, poiché risotti, cuccia, panelle, timballi, crocchette e le immancabili arancine sono i protagonisti di una giornata all’insegna del gusto e della golosità.

La cuccìa

Dalle nostre parti, a Custonaci, è usanza aggiungere al grano, ingrediente principale di questa ricetta, qualche chicco di ceci e 13 fave. Secondo la tradizione, i ceci rappresentano gli occhi della Santa, mentre le 13 fave richiamano il giorno della sua festività. La preparazione della cuccia prevede tempi lunghi per l’ammollo e per la cottura. Per cui si consiglia di cominciare con l’ammollo la sera prima. Ci sono diversi modi per condire la cuccia, le versioni più diffuse sono quella col vino cotto e quella più golosa, con ricotta e cioccolato.

 

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